7-19 Agosto 2008. Un viaggio che molti considerano o hanno considerato in tempi passati, come meta di vita. L’America! è un viaggio fotografico e di parole a ritroso, un racconto di uomini, paesaggi e armonia in milioni di colori, luoghi, edifici, luci… Il ritmo della nazione pulsa lunga le sue autostrade serpeggianti: potrà confermarvelo ogni viaggiatore che l’ha esplorata. E allora, perchè sembra così difficile trovare il cuore dell’America? Non certo perchè sia priva di icone, paesaggi scenografici e attrazioni imperdibili. Un viaggio non inizia prima di aver visto annunci come: “Siete qui!” “Stupitevi!” Trovate Dio!” “Compratelo!”. Andando in cerca della vera essenza dell’America molti si dirigono nei campi di grano della zona centrale. Riconoscendo il carattere nazionale, anche, nel crogiuolo di etnie di New York o Boston. Alcuni restano aggrappati alla tanto decantata “cultura americana”, anche quando le attrattive del paese non si rivelano all’altezza della loro fama. Ma senza dubbio anche questa è America: accecanti cartelloni pubblicitari illuminati al neon e vane promesse. Altri preferiscono la regione ondulata di verdi foreste e ampie piantagioni, o le miglia di incantevoli spiagge. Altri ancora prediligono dedicarsi alle escursioni in canoa, kayak o bicicletta.
Io ho fatto questo!
Eppure la domanda rimane: come e fino a che punto questo aggregato di popoli, sogni, terra e libertà si è fuso in una sola nazione? Per quanto possa suonare banale, il cuore dell’America batte nel cuore del viaggiatore – nell’esperienza della scoperta. L’America evolve come evolve ogni viaggio, incontro dopo incontro.
NYC, è un grande film. Questa è una brevissima considerazione di quello che è stato il mio viaggio, questa estate 2008, dalla partenza da Malpensa il 7 agosto al ritorno il 19 agosto. New York è un grande film e il perché è presto spiegato: sin dall’arrivo all’aeroporto JFK, con ben 8 terminal, da dove puoi prendere il trenino, Air Train, che ti porta alla stazione della metropolitana Jamaica Station ti trovi catapultato negli scenari che hai visto migliaia di volte al cinema, in tv, in sit-com, ecc. Prendi la metro e ritrovi situazioni “Sliding doors”, vagoni vuoti o semi vuoti, dove come unici compagni di viaggio hai un gruppo di ragazzi di colore, vestiti con abiti colorati e larghissimi in stile “hip-hop” e rigorosamente con cappellini, T-shirt o felpe NYY (New York Yankees). Passeggiando ti imbatti in persone enormi e trasandate come in bellissime donne del Financial District di Wall Street, che camminano eleganti nei loro tailleur color pastello, unica pecca le scarpe da ginnastica bianchissime, tratto distintivo degli americani: scarpe pulite e nuovissime… sempre (senza citare marche che tutti o quasi conosciamo).
Il week end precedente al mio arrivo a New York mi trovavo a Berna, capitale della Svizzera e patrimonio Unesco: lo stereotipo, positivo, di stato lindo e pulito, è reale: per la strada non trovi nemmeno un mozzicone di sigaretta, una carta, un biglietto del pullman, niente di niente per terra. NYC (New York City) è tutto il contrario: c’è molto degrado, ma é anche vero che é il frutto di 8 milioni di persone che la vivono quotidianamente. Questo però non affievolisce il suo fascino, e il film che vivi per passeggiando per strada è sempre un film da grandi incassi al botteghino.
Il simbolo di NYC e dell’ideale americano di libertà, è naturalmente la “Lady Liberty”, a dispetto della sua altezza modesta fa rimanere con il fiato sospeso. Anche se, a mio giudizio, il vero simbolo è l’Empire State Building, o il Chrysler Building con la sua guglia di acciaio inossidabile alta 37 m. Nei pressi del Chrysler troviamo Grand Central Terminal al suo interno, nell’atrio centrale, si può ammirare la splendida decorazione del soffitto, opera dell’artista francese Paul Helleu: 2500 stelle e segni zodiacali su un cielo ceruleo e l’orologio a quattro lati posto in cima alla cabina delle informazioni: uno dei simboli della Grand Central, nel cui sottosuolo corrono 52 km di binari, gallerie e sale a volta.Tutti luoghi visti migliaia di volte al cinema o in tv: ricordate King-Kong sull’Empire State Bulding?! E lo skyline di Manhattan ripreso in moltissimi telefilm e film, Washighton Square in Friends, le vie del Bronx, di Brooklyn, Harlem. I ragazzi, tutti fenomeni, che giocano a basket in Central Park (dove ci sono campi da baseball, basket e tanta gente in bici o che corre a piedi) o in qualche campetto in East Village… Starbucks o similari con le “caraffe”di caffè americano come “The Mudtruck, Gourmet Street Coffe” (colorato veicolo che funge da chiosco di caffè, sopratutto nell’East Village”) Signore, anche un pò in là con l’età con capelli laccati e appiccicosi con stereo in mano e musica rap, hip-pop, r’nb a tutto volume. Time Square e le sue esagerate luci e l’impossibilità di fermarsi (perché non volendo verrai spinto ad andare oltre), un comizio religioso in Union Square, il Rockefeller Center (affettuosamente chiamato The Rock) le tante limousine, truck, pompieri FDNY (abbastanza esibizionisti), polizia NYPD che si dividono per colore delle auto in polizia classica e per traffico (bianche le prime e blu le altre), yellow cab… Il Brooklyn Bridge (il primo ponte sospeso d’acciaio del mondo, con una campata di 478,80 m.) e il gemello a poca distanza Manhattan Bridge di notte hanno un fascino unico, soprattutto dal Seaport Pier o comunque sulle sponde di East River.
Le tante belle ragazze di colore a Brooklyn e nel Bronx, i murales ad Harlem, la gente disponibile. Ma New York è anche la contraddizione di non poter bere alcolici per strada mentre è permesso portare un’arma… Tutto questo e moltissimo altro che sicuramente non ho detto è NYC, e chi ha avuto la fortuna di esserci stato lo sa. Città di film (scusate se insisto, ma alloggiando in 342, West 71st Street ero non lontano dagli Studios: il mio ostello era appunto Hotel Riverside Studios) e musei, tantissimi, e da vedere con molta calma. Quando tornerò dedicherò più tempo a questo lato
da turista… Alla prossima!
Dopo NYC ho ritirato la macchina, una Toyata Yaris, berlina, con cambio automatico, targata Florida (all’autonolleggio: National USA, 219, West 77th Street) e preso la direzione North per Newport.Qui a Orange Country girano davvero molti soldi… ricordate il telefilm OC?! è girato proprio qui, anche se poi è ambientato all’omonima Orange Country della California. E dal nome della contea i taxi non si chiamano più Yellow cab come a NYC, ma Orange Cab, un esempio della tipica comunicazione efficace anericana. Sono stato poco qui a causa del brutto tempo, ma forse è stato meglio così non potendomi permettere finaziariamente di vivere troppo a lungo come uno del posto, quindi ho ripreso la macchina e dopo aver pagato 8 $ per un paio d’ore di parcheggio ho fatto un girettoper le famose ville: i summer cottages di questa cittadina. Ogni villa con la bandiera americana e a volte anche quella del paese di origine della famiglia, quindi insieme alle “Stelle e strisce”trovi la bandiera irlandese, italiana, canadese al di fuori della porta; giardini fino al marciapiede in comune e senza recinzioni (cosa impossibile qui in Italia), con i colori a volte tenui sul verde, azzurro, rosa, giallo e a volte più intensi.
Cittadina di pescatori, infatti ti puoi imbattere in persone che dopo il lavoro vanno a pesca sul ponte che porta al faro. Altri “simboli” di Newport, da quel che ho capito, sono le aragoste e l’attivissimo yachting centre. Bene, dopo essere stato nel più piccolo stato del paese (Rhode Island – RI), mi dirigo ancora verso North, direzione Boston.
Arrivo tardi e dopo aver trovato un posticino carino, mi sveglio la mattina seguente per andare in visita in questa cittadina di irlandesi, la definirei così, perché sono rimasto colpito dalla quantità esagerata (sopratutto vicino al porto) di locali, pub irlandesi dove venivano esposti i migliori marchi: Guinness, su tutti.
Massachusetts (ME) è lo stato più popoloso del New England, con Boston (The Hub, come definiscono, molto orgogliosi i bostoniani) città facile da girare: il punto di partenza più logico è il Boston Common, il parco che si trova nel cuore della città raggiungibile in metropolitana, dopo aver preso anche qui, come a NYC, la “metrocard” con la differenza che la linea metropolitana non ha le 26 linee di fascino tutto newyorkese, ma solo 4, pur essendo la più antica metropolitana degli U.S. (gestiti dalla MBTA, “T”).
Da Boston Common, le cose da vedere sono raggiungibili molto efficacemente a piedi (seguendo il sentiero più battuto di Boston, il Freedom Trail (2,5 miglia), che collega i principali siti storici coloniali. Il percorso è contrassegnato da una doppia fila di mattoni rossi (o, a volte, da una linea rossa) che parte dal Boston Common e si snoda per la città ripercorrendo tutti i momunenti principalicome Massachusetts State House con la sua cupola dorata; Park Street Church e accanto il “cimitero” che custodisce le tombe degli eroi della rivoluzione Paul Revere, John Hancock e Samuel Adams; Paul Revere House (la più antica casa di Boston). Faneuil Hall, insieme a Quincy Market e North and South Market, formano il complesso di negozi e ristoranti chiamato Faneuil Hall Marketplace; Old North Church: la più antica chiesa di Boston; USS Constitution, soprannominata Old Ironsides: la più vecchia nave armata del mondo tuttora gallegiante; USS Cassin Young DD-973, nave dellla seconda guerra mondiale fino ad arrivare al Bunker Hill Monument gigantesco obelisco di granito alto 67 m, che commemora la celebre battaglia della guerra di indipendenza; dopo i 294 gradini si ammira una veduta panoramica di Boston… Dopo tutto ciò e una “piccolo scippo” in Quincy Market…
Riparto verso West, direzione Niagara Falls, uno spettacolo d’acqua che è dimostrazione della forza della natura. Per arrivarci da Boston sono passato vicino ad Albany, capitale dello stato di New York,(che sinceramente mi è dispiaciuto non vedere, ma il tempo era quello che era… e comunque non è famosa per il suo lato turistico) per poi attraversare rapidamente Buffalo e scalvalcare (se siete stati potrete capire il perchè, di questo termine, e non un altro) il ponte che dalla Grand Island porta a Niagara Falls.
Dopo una breve ricerca di un posto dove dormire, ho trovato un motel (Swiss Cottage Inn, 6831 Niagara Falls Blvd.) gestito dal Sig. Mario di Lugano, che mi ha un po’ rovinato i piani, con tutte le sue bellissime proposte…
Infatti anche se arrivato discretamente tardi (4 P.M.) a Niagara Falls, la mia idea era di dedicare il pomeriggio e serata, e magari un pò del secondo giorno alle Falls, ma il resto a Buffalo.Questo piano, come detto, è stato completamente sconvolto dal Sig. Mario, il quale dopo aver aperto una cartina dettagliata della zona mi ha mostrato tutte le attrazioni da vedere, identificando Buffalo come una città uguale alle altre dove le cose da vedere sono solo palazzi mentre le vere cose da vedere sono le Falls.
Visto che è della zona (oramai) accetto i suoi consigli.
Inizio subito andando a visitare il Whirlpool (luogo dove il Niagara River, crea un grosso mulinello d’acqua, per imboccarsi nella Devil’s Hole e poi proseguire la sua corsa nel lago Ontario dove a Youngstown, si trova Old Fort Niagara, forte della fine del 1800, ancora ben conservato e dove arrivando la mattina, potete imbattervi nella ripresentazione dell’alza bandiera e di alcuni momenti, luoghi, costumi, armi, ecc del 1800. Senza dimenticare che anche se da lontano potreste vedere dall’altra parte Toronto (Canada). Oltre questo, le cascate hanno un meraviglioso fascino, soprattutto la sera dopo le nove, quando si possono ammirare nel loro splendore con in più il fascino delle luci: infatti vengono illuminate, per tutta notte, da diversi fari, che continuano a cambiare colore: prima bianche, rosse, versi, gialle, arcobaleno, bandiera americana e canadese, e se arrivate il fine settimana alle 22 ci sono anche i fuochi d’artificio.
Per ammirale meglio, bisogna come possibile, anche a piedi, attraversare il Rainbow Bridge, il confine Canadese, visto che dal Queen Victoria Park sono più “fotogeniche”.
Arrivando alla fine della passeggiata, sul limite del ferro di cavallo, sarà meglio avere un ombrello o non essere schizzinosi se piove, a causa del continuo vapore acqueo che cade dalle cascate. Le Niagara Falls sono metà Canadesi e metà USA.
Le stesse attrazioni o similari si trovano da tutte le due parti (in USA, stanno cercando con infrastrutture, esempio Observation Tower, di incentivare il turismo che la parte Canadese ha maggiore, grazie alla solo miglior vista).
Vale la pena di provare attrazioni come il famoso battello Maid of the Mist Boat per finire a pochi piedi dal famoso ferro di cavallo della cascata Horseshoe Falls, e rimanere senza parole e sordi dal frastuono che milioni di metri cubi d’acqua cadono da oltre 50 metri; così come è imperdibile Cave of the Winds, da cui partono alcune passerelle che arrivano a pochi metri dalle cascate (vengono forniti impermeabili e sandali).
Su Goat Island si trovano altri punti panoramici, tra cui il Terrapin Point che offre una bella veduta sulle Horseshoe Falls ed è possibile raggiungere le Three Sisters Islands, nel tratto superiore delle rapide. Le Niagara Falls è un altro simbolo, come è ben esplicito sulle targhe, insieme a “Lady Liberty” di questo stato, New York: The Empire State.
Da qui poi ho attraversato la parte East degli USA, verso South, direzione Washington (Distrect of Columbia e la Capital Region). Washington e il suo maestoso panorama della città, celebrato in centinaia di pellicole di fantapolitica, è particolarmente suggestivo già dal Capitol, verso National Mall: una lunga distesa erbosa ampia 120 m, che si estende dal Potomac River a Capitol Hill. Unendo con una linea immaginaria rispettivamente il Lincoln Memorial, il Capitol, la White House e il Jefferson Memorial si traccia una croce, il cui asse più lungo è formato dal Mall. Famoso per essere il luogo in cui si svolgono i grandi raduni di massa volti a influenzare le politiche del governo, senza dimenticare per nulla al mondo – perché ogni volta che si passa da lì sembra ancora di sentirlo – Martin Luther King, che esordisce con la celebre frase “I Have a Dream…”
Di fianco, si trovano, i musei della Smithsonian Institution (si dovrebbe, perdere qualche giorno solo per questi). Situata ai piedi del Capitol, consiglio vivamente di visitare la bellissima serra: US Botanic Garden, che ospita più di 26.000 piante, tra cui orchidee rare, piante medicinali e succulente. Anche qui, è comodo girare in metropolitana, i metro sono molto più comodi rispetto a NYC o Boston (non ci sono le panchine, bensì delle discrete poltroncine imbottite sui vagoni) e i poliziotti sono in rigorosa camicia bianca nel rispetto della White House. Tra l’altro non è comodo girare Washington in macchina vuoi per l’assenza di indicazioni vuoi perché è protetta da una foresta che la estrania dall’autostrada. E in fondo se riesci ad arrivare al Pentagon, (senza poter fare nessuna foto, per sicurezza nazionale) anche in metropolitana a che ti serve la macchina?!
E’ stato un bellissimo viaggio 3982+3982 miles in aereo, 1786 miles in macchina senza aver potuto calcolare le miles percorse a piedi, tra la cultura americana e richiami tipicamente europei e non solo, come il nome di alcune città (Rome, Siracuse, Albany, ecc) tantissimi ristoranti (italiani, greci, cinesi, indiani, ecc) a zone di città (Little Italy, Chinatown, ecc). Vivere situazioni, scenari che se non avessi fatto la I-220 non avrei vissuto: “Bridge May Be Icy” …in pieno agosto?! …sulla I-70 avere la luna piena che ti indica la strada e trovarti un uscita chiamata “Indiana Springs” …vedere tanti scoiattoli a due passi in città metropolitane come NYC o Boston, sfascia carrozze grandi quanto paesi, o venditori di case (trasportabili, naturalmente). Con il rammarico di non aver potuto visitare per mancanza di tempo posti che in viaggio avevano nomi leggendari o che attraevano: Penns Cave, Bellfort Victorias, le stesse Albany, Buffalo e Philadelphia.
Ma per un altro viaggio c’è il tempo di una vita…
