Estate del 2011 (9-22 agosto). L’Irlanda, tutta l’Irlanda, come viaggio e come destinazione, è una vacanza che ricorderemo a lungo, anche dopo il rientro a casa. L’Irlanda la patria degli sport gaelici, dei grandi scrittori ed artisti e delle immense vallate verdi e brulle che si perdono fino al mare. Il mare dell’Irlanda regala spiagge selvagge e struggenti baie come la baia di Dingle, perla bianca tra il verde del paesaggio e i tipici villaggi di pescatori o ancora la maestosa striscia della Scogliera di Moher. L’Irlanda è stata da sempre considerata la sorella del Regno Unito, con il quale condivide la lingua (a parte le legittime varianti nazionali) e l’antica originaria cultura. Ascoltando la tradizionale musica dal vivo nelle strade, negli antichi pub o nei CD che abbiamo portato dall’Italia, sorseggiando la birra più buona, o visitando antichi castelli e fantastiche scogliere, in Irlanda i giorni non sono mai monotoni. Patria di uno dei santi patroni più conosciuti al mondo (San Patrick – San Patrizio) e della famosa birra scura Guinness, studiata per l’affascinante cultura gaelica, l’Irlanda si presenta con il suo cielo strano e meraviglioso. E non c’è sole più bello di quello che non ti aspetti… Almeno una volta lo dovete vedere tutto ciò che sta sotto quel sole.

Dublino (Baile Átha Cliath), è la capitale della Repubblica d’Irlanda, nonchè la città più grande e popolata dell’isola d’Irlanda. Dublino è una città a misura d’uomo, giovane, strana e variopinta, ricca di pregevoli edifici in stile georgiano, di una celebre cultura letteraria e di pub estremamente accoglienti. Dublino, ha davanti a se un ampia scelta itinerari turistici interessanti; la città divisa in due parti dal fiume Liffey (qui sopra), la riva nord è più popolare con le strade commerciali Talbot Street e Henry Street… mentre sulla riva sud, l’atmosfera è un po’ più sofisticata, soprattutto intorno a Grafton Street e i suoi negozi di lusso, e allo stesso tempo giovanile con gli studenti del Trinity College e mistica/religiosa con St. Patrick.
Immancabile oltre alla visita del Guinness Storehouse dedicato alla famosa birra scura (black stuff) la cui storia iniziò nel 1759 con Sir Arthur Guinness, sul tetto del museo vi è il Gravity Bar (il più elevato Bar d’Irlanda) da dove, sorseggiando un drink o un thé, si può ammirare il panorama di tutta Dublino.
Oltre alla famosa distilleria Old Jameson Whiskey Distiller di Bow Street, dove nasce il miglior whiskey irlandese (rigorosamente distillato tre volte e scritto con la “e”!!) prodotto per la prima volta nel 1780, il cui motto della famiglia Jameson, “Sine metu” significa “Senza paura”, è riportato oggi su tutte le bottiglie di Jameson.
… è d’obbligo la visita al mitico Temple Bar, davvero da non perdere, è il vero cuore artistico di Dublino e il centro nevralgico di ogni divertimento.
Dopo aver ritirato la macchina, senza qualche difficoltà e pagando qualcosa in più, ma avendo una macchina più spaziosa, che alla fine è risultata la scelta non voluta migliore, ci dirigiamo verso Kilkenny per la nostra prima notte in tour per l’Irlanda, con sosta a Birr Castle qui, nell’unico vero centro geografico dell’Irlanda, sorge la tenuta di 50 ettari che offre splendidi verdi paesaggi. Il giardino curato nei minimi particolari ospita una collezione di piante provenienti da tutto il mondo, piccole cascate e ruscelli, ma senza dubbio, la principale attrazione del castello è il gigantesco telescopio chiamato “Leviathan of Parsonstown”, realizzato nel 1825 e mai superato in dimensioni fino al 1917.
Kilkenny (in gaelico Cill Chainnigh che significa chiesa di San Canizio), county town della propria contea, situata sul fiume Nore nella parte sud-centrale dell’isola e della provincia del Leinster, l’unica città a non essere sulla costa. Kilkenny è rinomata per molti suoi edifici medievali, che le hanno procurato il soprannome di marble city (“città di marmo”), anche se, a onor del vero, la pietra nera fossile che compone l’ossatura principale dei tanti palazzi in questione, è di roccia calcarea importata dalle zone vicine da secoli. L’edificio principale che domina la città è senz’altro il Kilkenny castle, degne di menzione: la Cattedrale anglicana di Saint Canice, santo che dà il nome anche alla città, e l’abbazia dominicana situata in Parliament Street (la Black Abbey).
Non si può non pensare alla città di Kilkenny senza associarla alla celebre birra rossa che porta il suo nome. La tradizione nacque con la mitica St. Francis Abbey brewery dei signori Cole e Smithwick all’inizio del XVIII secolo. La Smithwick’s Ale, la birra originaria e storica di Kilkenny, ormai è prodotta soltanto in piccola percentuale nella mitica birreria, così come la Kilkenny Ale: nata come variante per l’estero dato che il nome Smithwick’s non era di facile pronuncia (perfino gli irlandesi la chiamano in maniera differente: il più gettonato è “Smidix”), finì col divenire una birra diversa che si ritagliò uno spazio anche nel mercato irlandese cui non era destinata.
Da Kilkenny, verso sud-ovest, abbiamo incontrato questo “villaggio” abbandonato, ci ha colpito l’ebbrezza della tranquillità, il tempo ormai immobile e passato.

Per poi scoprire, la tomba di Sean Ó Dálaigh (O’Daly John), grande collezionista dell’Ottocento, traduttore, ed editore di poesia gaelica, una figura importante nella rinascita gaelica, e, in realtà nello sviluppo di Anglo-letteratura irlandese. Sean Ó Dálaigh (O’Daly John) è nato a Waterford (1800-1878). Fu un pioniere nel promuovere l’uso e la promozione della lingua irlandese nel suo tempo.
Famosa località balneare, Ardmore (Aird Mhór) offre questa bellissima spiaggia e alcuni edifici interessanti, oltre a vivaci pub e possibilità di lunghe passeggiate sulle colline. Sulla collina accanto al villaggio è custodito un monastero fondato nel V secolo da St Declan.
Sosta a Cork (Corcaigh, che letteralmente significa “palude”), la città principale della provincia del Munster. Situata all’estremità meridionale dell’isola, sulla foce del fiume Lee, è un porto marittimo di notevole importanza. Lo stesso fiume taglia in due la città, come a Dublino e, prima di sfociare in mare, si dirama in due bracci che si ricongiungono poco oltre, creando nel centro una piccola isoletta su cui è sorto il primo insediamento urbano e che ora è parte del centro città. Data l’influenza culturale della città, Cork è talvolta chiamata “La capitale del sud”.
Nella contea di Cork, ci imbattiamo nel Blarney Castle, costruito nel XV secolo, è famoso soprattutto per la leggenda della pietra di Blarney, che sarebbe in grado di donare il potere dell’eloquenza a chiunque la baci. Questa storia è diventata proverbiale, e quando un irlandese parla troppo, gli si chiede scherzosamente: “Did you kiss the Blarney stone?” Questa pietra supera uno dei muri del castello, a 30 metri di altezza. Chi crede alle sue magiche virtù può avvicinarvisi visitando il castello, ma è meglio non soffrire di vertigini.
Ariviamo nel pomeriggio nel mitico B&B Murphi’s a Dingle, nell’omonima Penisola di Dingle (Corca Dhuibhne), che ci ha ospitato la sera del 14 agosto… tempo di posare i bagagli e farsi una doccia calda, siamo tornati giù al pub. Ebbene, il proprietario senza che gli dicessimo nulla… ci aveva “riservato” il tavolo per la cena… Grandioso! http://www.murphyspubdingle.com
Nel pomeriggio arriviamo alle Scogliere di Moher, ma preferiamo visitarle l’indomani visto il maltempo che troviamo. Le Scogliere di Moher (Aillte an Mhothair, che significa “scogliere della rovina”, in gaelico irlandese e, spesso non tradotto, Cliffs of Moher in inglese) sono impressionanti e suggestive scogliere a picco sul mare situate vicino al villaggio di Doolin. Meta turistica celebre in tutto il mondo, è uno dei luoghi più visitati dell’isola d’Irlanda. Il punto più alto delle scogliere, che sono lunghe circa otto chilometri, raggiunge i 214 metri d’altezza sull’Oceano Atlantico, mentre la propaggine più meridionale, Hag’s Head (“Capo Hag”) scende a 120 metri. Ci sono numerosi sentieri non chiusi che entrano in proprietà private e che passano spesso sul precipizio, regolarmente battuti dai visitatori nonostante sia formalmente vietato, come abbiamo fatto anche noi.
Dopo le Scogliere di Moher e fuori , ci siamo imbattuti nel Castello di Doonagore, un piccolo maniero situato su una collina sovrastante il villaggio. I resti della struttura sono ben conservati anche se non eccezionali, consistendo in una piccola torre con tetto spiovente e ciò che rimane di un muro di cinta, ma la sua particolare posizione rende il castello molto interessante e, oltre ai meravigliosi paesaggi che mostra sul mare, assume un’aria spettrale durante il maltempo o la nebbia.

Poco dopo troviamo il Parco nazionale del Burren è un’area protetta dell’Irlanda che comprende 1673 ettari del territorio a sud-est del Burren di proprietà dello Stato. Burren deriva dalla parola “Boíreann” che, in Irlandese, significa “posto roccioso”, il territorio, infatti, è coperto in buona parte da roccia calcarea.
Arriviamo per la notte a Galway, graziosa cittadina. Dormiamo nella zona universitaria della città, e ceniamo in un classico Irish Pub, il Monroe’s, dove trasmettono la partita di Coppa dell’Udinese (un po’ d’Italia anche qui).
Il giorno dopo, troviamo un caloroso benvenuto in questo splendido agriturismo, Arch House Bed and Breakfast, nel cuore di Fermanagh già Regno Unito; ed abbiamo gustato un’ottima cucina casalinga, camere arredate con gusto, anche se abbiamo dormito in 5, in una stanza da 4 persone… Abbiamo anche tradotto il menu in italiano per la propetaria. Dopo la prima colazione, ci siamo spostati verso le Marble Arch Caves, un Geoparco riconosciuto dall’UNESCO per avere un eccezionale patrimonio geologico. http://www.archhouse.com
Nel tragitto verso Londonderry, raggiungiamo Enniskillen (Inis Ceithleann) è una cittadina dell’Irlanda del Nord, capoluogo della contea di Fermanagh e situata nell’omonimo distretto. Attraversata dal fiume Erne, è conosciuta anche per la bomba dell’IRA che l’8 novembre 1987 uccise undici civili protestanti che partecipavano ad una cerimonia per i caduti della prima guerra mondiale.
Derry o Londonderry (dal gaelico Doire, “bosco di querce”), spesso Maiden City (“la Città Vergine”). La vecchia città cinta da mura è ubicata sulla riva occidentale del fiume Foyle ma la città contemporanea si espande su entrambe le rive ed è collegata da vari ponti. Il distretto di Derry copre le aree rurali a sud est della città, che era anche il centro amministrativo e principale della vecchia contea di Londonderry. Derry è vicina al confine con la Repubblica d’Irlanda ed è la città di riferimento per gran parte dell’Ulster occidentale e della parte occidentale della propria. Pur essendo ancora oggi una zona potenzialmente “calda”, è significativo notare che per i cittadini della Repubblica d’Irlanda non esiste alcuna formalità, né tanto meno posto di confine, nell’accedervi. Il nome della città è ancora a soggetto di una disputa tra i nazionalisti (principalmente cattolici) e gli unionisti (in larga maggioranza protestanti). I nazionalisti chiamano la città Derry, dall’anglicizzazione del gaelico Doire, e parte degli unionisti la chiamano Londonderry, nome adottato dai britannici nel 1613 posteriormente ad una plantation, con l’adozione di una Royal charter che ne sancì la denominazione, tutt’oggi ufficiale, a seguito di tentativi di ricostruzione urbana su imitazione di Londra.
Sempre a Derry al Glenfada Park, nel Bogside, ci sono alcuni dei murales che rimandano alla domenica di sangue, Bloody Sunday, del gennaio 1972 in cui le forze dell’ordine britanniche spararono contro il corteo nel corso di una manifestazione pacifica e non violenta per i diritti umani. 14 persone (la maggior parte delle quali giovanissimi) furono uccise. è ancora in corso un processo in cui viene richiesta l’ammissione di colpevolezza da parte del governo inglese.
Sulle scogliere della Causeway Coastal Route, ci imbattiamo nei resti del Dunluce Castle che sopravvivono stretti a un blocco di basalto nero. Il profilo del maniero nega l’orizzonte e il mare in burrasca dell’Irlanda del Nord, trenta metri dabbasso.
Siamo a Bushmills (Muileann na Buaise) per pranzo. Un villaggio dell’Irlanda del Nord, situato sulla costa settentrionale dell’Antrim, nel distretto di Moyle. Famosa nel mondo per il rinomato Irish whiskey che si produce nelle sue distillerie e per la vicinanza di uno dei luoghi più turistici: il Selciato del Gigante (Giant’s Causeway) che stiamo raggiungendo.
E’ da qualche giorno che siamo in Irlanda del Nord, quindi Regno Unito. Lo abbiamo visto: nel denaro, nelle bandiere, negli ideali, nei murales e anche nelle tipiche cabine telefoniche inglesi della British Telecom (Red Phonebox), qui vicino all’ingresso del Giant’s Causeway. Simbolo di un Regno Unito vittoriano e di un’epoca ormai passata. Le tipiche cabine telefoniche inglesi, con il loro colore rosso accesso e le vetrate in stile vittoriano, hanno segnato la crescita e la caduta dell’Impero Britannico, simbolo stesso di quell’Inghilterra che un tempo dominava un enorme impero coloniale.

Il Selciato del Gigante (in inglese Giant’s Causeway), è un affioramento roccioso naturale situato sulla costa nord est irlandese a circa 3 km a nord di Bushmills. È composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi da una eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente a base esagonale, ma non ne mancano anche a quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 12 metri d’altezza, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri. Le formazioni visibili a occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente. Il Selciato del Gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1986 ed è una riserva naturale nazionale dal 1987; attualmente è di proprietà del National Trust, che lo gestisce. La particolarità del posto hanno da sempre alimentato la fantasia dell’uomo. La leggenda più famosa e accettata riguardava il gigante, presente in maniera diffusa nella mitologia irlandese, Fionn mac Cumhail (Finn McCool), che avrebbe costruito un selciato per camminare fino alla Scozia per combattere un altro gigante, Benandonner. Una versione della storia narra che Fionn cadde in un sonno profondo prima di andare in Scozia, perciò quando Benandonner venne per cercarlo, la moglie Oonagh coprì con un drappo il marito Fionn e pretese di convincere il rivale che in realtà quello fosse il figlio piccolo. In una variante, avendo visto l’enorme stazza del nemico, è lo stesso Fionn a dire alla moglie di preparare l’equivoco. In entrambe le versioni comunque, quando Benandonner vide la mole del “bambino”, pensò che il padre dovesse essere terribilmente gigantesco, e scappò a casa terrorizzato distruggendo il selciato per evitare di essere inseguito. Un’altra versione della leggenda narra che Fionn costruì la Causeway per permettere al suo rivale di raggiungere l’Irlanda dalla Scozia. Benandonner venne sconfitto da Fionn e la Causeway, terminata la sua funzione, scomparve nell’Oceano. Altre storie, vorrebbero che il selciato fosse stato costruito da un gigante innamorato per raggiungere la sua amata, in Scozia.
Vicino alla strada panoramica del Nord Antrim, incontriamo il Ponte di corda di Carrick-a-Rede (Carrick-a-Rede Rope Bridge in inglese) è una delle attrazioni turistiche principali dell’Irlanda del Nord. Situato nell’omonimo tratto di costa vicino il villaggio di Ballintoy, nella contea di Antrim, è un ponte sospeso in corda che collega un isolotto, Carrick Island, alla terraferma. La gola profonda 30 metri e larga 20, è attraversato da questo ponte sopseso che fu costruito seconda la tradizione dai pescatori di salmoni.
Arriviamo a Belfast per tracorrere l’ultima notte. Il nome della città deriva dal gaelico irlandese Béal Feirste che significa “bocca (estuario) del Farset”, è capitale e città più popolosa dell’Ulster e dell’Irlanda del Nord (Regno Unito). Le cose da vedere assolutamnete a Belfast, potrebbero essere: San Patrizio, Downpatrick che nel cimitero della Down Cathedral si trovino le spoglie del Santo patrono d’Irlanda, segnalate da una lapide del XX secolo, con la scritta “Patric”. Il Big Fish a River Lagan il “Salmone della Conoscenza” di Belfast. Albert Memorial Clock Tower, la torre dell’orologio, alta 35 m, che incuriosisce i visitatori perché pende leggermente a causa di un assestamento. Old Town Hall in Victoria Street, il vecchio municipo di Belfast dal 1871 fino al 1906. City Hall, completata nel 1906 in stile rinascimentale, un imponente edificio rettangolare in pietra, situato nel centro di Donegall Square, a dominare la città.
Ecco i protagonisti di questo tour dell’isola d’Irlanda, dal 9 al 22 Agosto 2011. Da sinistra a destra: Marco Marchi, Massimiliano Cosentino, Paolo Palumbo, Roberto Cimarosa e in basso, Matteo Finetti. La foto è stata scattata all’ultimo piano del più elevato bar di Dublino, il Gravity Bar nel Guinness Storehouse St. Jame’s Gate,e come potete ben vedere, con una delle peculiarità dell’Isola d’Iralnda, una pinta di Guinness (black stuff) e il nostro viaggio in macchina sulle strade dell’Isola di smeraldo.
