Pedalando verso le mie “radici”

Estate 2015: pensieri, appunti, emozioni, foto di viaggio da Magnago a Pizzo Calabro – Ripacandida… Duemilaquattrocentoquarantasette chilometri, dove possibile su strade non trafficate e che costeggiassero la costa italiana per arrivare prima alla mia città natale e di mia mamma, e poi al paesello natale di mio padre.

6:40 bici pronta alla partenza con 17,5 kg di borse

La partenza, alle 6:40 non è stata per nulla drammatica, ma anzi, direi positiva. Sarà stata l’adrenalina per questa ennesima “follia” o non so che altro, ma il fatto che sono partito con la convinzione non poca velata di farcela e di vedere luoghi già visitati, ed altri no, conoscere, parlare, discutere con persone che non ho mai visto e forse non vedrò mai più, di sentire dialetti più o meno a me comprensibili, gustare cibi e culture diverse tra loro… inevitabile per la storia millenaria che il nostro, il mio, amato e un po’ bistrattato paese, è… Lo definirei un viaggio di ritorno alle mie origini. Il “primo traguardo” sarà in Calabria, dove sono nato, e terra natia della mia parte materna, mentre il “secondo arrivo”, sarà il paese natale del mio cognome e quindi della famiglia paterna.

Tappa 01: Magnago (MI) – Montebello della Battaglia (PV) • 93,5 Km
L’adrenalina il 4 luglio 2015 è al massimo. Sto partendo per questo viaggio, dopo mesi di ricerche, consulti, acquisti indispensabili dell’ultimo momento (tenda, materassino, etc). Parto alle 6:40 del mattino, anche se in realtà, dovevo partire un po’ prima, ma come al solito qualche piccolo inconveniente accade, ma si risolve. Prendo il Naviglio Grande a Turbigo, proseguo fino ad Abbiategrasso, per poi deviare sul Naviglio di Bereguardo, in modo da fare pochissima strada traffica, ma una più “rilassante” ciclovia, come consigliato da un gentilissimo signore di mezz’età a cui domando. Arriverò, dai miei zii a Montebello della Battaglia intorno alle 11:15.

Tappa 02: Montebello della Battaglia (PV) – Calerno (RE) • 157 Km
Dopo aver soggiornato dai mie zii a Montebello della Battaglia, riparto alla mattina presto, con l’idea e la speranza di dormire all’ostello di Parma, anche perché il caldo è a dir poco insopportabile (poi risultata vana, visto che era tutto pieno per un torneo di rugby), quindi proseguo, come suggerito dal ragazzo all’ostello, bensì fino a Calerno (mi aveva suggerito l’ostello di Reggio Emilia, ma erano ancora tanti, troppi chilometri per i miei gusti). Già la mattina, avevo già allungato di un po’ troppo rispetto  al percorso previsto (più breve e veloce), avendo preso strade alternative sulla ciclabile del Po, nelle vicinanze di Piacenza (ricordavo una ciclabile veloce e scorrevole, fatta l’anno prima, peccato che era sulla sponda a nord e non a sud, dove ero io in quel momento).

Tappa 03: Calerno (RE) – Vergato (BO) • 141 Km
Dopo Calerno, l’indomani dopo aver passato un’ottima serata, anche perché c’era una “sagra” di paese… riparto di buon mattino, con l’idea di fare una strada alternativa per “evitare” la Via Emilia e le città come: Reggio Emilia, Modena e Bologna, ma ben presto mi accorgo che sarà un’idea malsana come quella del giorno precedente. Quindi con l’intento di sfuggire al “traffico” della Via Emilia, mi imbatto in salite improponibili (anche al 18%, come da cartello che ritrovo scendendo dal quel poco di salita appena fatta). In compenso, passo per Sassuolo, Maranello oltre a qualche altro bel paesino sui colli emiliani. “Mai lasciare la strada che pensi di conoscere per una che non conosci o ti sembra più sicura e meno trafficata”, questo potrebbe essere il motto, che in realtà ho ben poche volte seguito.

Tappa 04: Vergato (BO) – Lucca • 100 Km
7 Luglio, partenza da Vergato per affrontare la Porrettana con arrivo a Lucca, Ostello San Frediano (Via della Cavallerizza – Lucca), già prenotato il giorno prima. Mi ero trovato così bene l’anno precedente facendo la Via Francigena, che ho voluto ritornarci… poi in realtà, sono andato anche nello stesso posto a cena: Trattoria da Giulio (Via delle Conce 47 – Piazza San Donato – Lucca). La strada fino a Pistoia e poco oltre, è stata davvero impegnativa, il fatto positivo che era quasi tutta ben ombreggiata, in modo da non sentire troppo il gran caldo.

Tappa 05: Lucca – Populonia (LI) • 115 Km
Dopo aver dormito veramente poco presso l’Ostello San Frediano, riparto la mattina, dopo un’ottima colazione. Abbastanza celermente attraverso Pisa, per poi “immettermi” sull’Aurelia in modo da restare sul litorale. Arrivo a metà pomeriggio nel mio primo campeggio: Camping Sant’Albinia (Via della Principessa – Populonia – LI) già frazione di Piombino. Quindi prima tenda montata, e subito piegato due picchetti; prima spiaggia; prima cena a base di pesce… Una giornata, all’insegna delle prime volte per questo “pazzo” viaggio.

Tappa 06: Populonia (LI) – Giannella-Orbetello (GR) • 145 Km
Appena passate le 6 del mattino, sono già in bici, in modo da fare più strada possibile al “fresco” e senza il clima torrido del giorno. L’Aurelia, o comunque la litorale, ad un certo punto andando verso sud rientra in modo netto ed impegnativo verso Grosseto, per poi riportarsi vicino al mare, solamente all’altezza, oramai, di Orbetello. Prima di arrivare in questo campeggio, mi ero fermato ad un precedente, ma alla reception, mi dicono: che volendo, poco più avanti ci sarebbe un campeggio più economico, quindi non me lo sono fatto ripetere, e continuo un paio di chilomteri ed arrivo al Giannella Camping (Strada Provinciale Giannella, 164 – Tombolo di Giannella – Orbetello – GR). Ha fatto davvero molto caldo, ed ho nelle gambe già oltre 700 Km, quindi decido di fermarmi per due notti, in modo da ricaricare le “pile”.

Tappa 07: Giannella-Orbetello – (GR) Santa Marinella (RM) • 125 Km
Come detto, riparto dopo un giorno intero di riposo al campeggio Giannella. Prendo Via della Diga, in modo da riportarmi in Orbetello centro e successivamente l’Aurelia oppure altre strade parallele meno trafficate per arrivare nel tardo pomeriggio al Soggiorno San Gaetano (Via Giunone Lucina 50 – Santa Marinella, frazione di Santa Severa – RM). Una sorpresa, questo “albergo”, che sembra ancora un collegio. Ambiente ospitale ed accogliente, con pochissime pretese. Cenato come fossimo in una mensa collegiale, ma discreto, ci hanno dato un lettino con ombrellone in spiaggia privata, e la mattina abbiamo fatto colazione, con davvero pochissimi euro… è stata davvero una fortuna, per me e Franco (colui che ho conosciuto sulla strada, poco prima di Civitavecchia) un altro “pazzo” di Montecatini che andava a Roma in bici, a recuperare dei soldi di un lavoro fatto.

Tappa 08: Santa Marinella (RM) – Borgo Grappa (LT) • 145 Km
Riparto con Franco e facciamo strada insieme fino alle porte di Roma. Io proseguo, sulla Roma-Mare, verso Fiumicino ed Ostia, qui incontro altri ciclisti “domenicali” ad una fontana, ci si scambia un paio di battute e poi proseguo, verso le spiagge della storia: Anzio e Nettuno. Essendo partito abbastanza tardi, erano passate le 8:30, io ero abituato a ripartire alla mattina 6-6:30, patisco notevolmente il caldo asfissiante di questa mattina. Arrivo, abbastanza tardi dopo chilomteri di vento contro, alle porte del Parco del Circeo, precisamente al Camping Rio Martino (Via Lungomare Pontino, 8505 – Borgo Grappa – LT). Posto spettacolare e davvero molto tranquillo, quasi selvaggio!

Tappa 09: Borgo Grappa (LT) – Castel Volturno (CE) • 140 Km
Direzione sud, ovviamente, con il mare sempre sulla destra, caldo davvero a volte fastidioso, e come spesso vento contro, ahimè. Mi stavo fermando a Baia Domizia, ma poi visto che era decisamente presto ho deciso di proseguire, pensando che fermandomi a Castel Volturno fosse indifferente e così avrei guadagnato qualche chilometro (visto che ha sede il centro di allenamento del Napoli, pensavo positivo, ma ovviamente mi sbagliavo). La dura realtà si manifestò nello “squallido” Camping Paradiso (credo che abbia chiuso, lo spero, perché di “paradiso” ha solo il nome e nient’altro, davvero ci sono rimasto “molto male”). Avrei dovuto dormire nella mia tenda, come avevo chiesto inizialmente, e non nel bungalow che mi fu messo a disposizione. L’unica nota positiva di quest’oggi, è la pizza alla sera (spettacolare), anche perché anche fuori dal campeggio, sembrava, il “far west”!

Tappa 10: Castel Volturno (CE) – Vico Equense (NA) • 95 Km
Molto presto e non avendo praticamente dormito, riparto spedito, ed a saperlo (come accennato prima) mi sarei fermato poco più avanti, magari sempre a Castel Volturno, ma nella Pinetamare in qualche piccolo hotel fronte mare, ad esempio, dove ho fatto colazione… Uffi a saperlo! Facendo la statale ai piedi dei Campi Flegrei e poi attraversando la città di Napoli, dove ci ho messo un’ora abbondante anche a causa dei sampietrini, pietroni, etc che compongo quasi tutta la strada del Golfo di Napoli, arrivo nel primissimo pomeriggio (non erano neanche le 14) a Vico Equense, al Camping Sant’Antonio (Via Arcoleo, 21 – Fraz. Seiano di Vico Equense – NA), proprio giù dalla discesa, nella Marina di Equa. Posto bellissimo e decisamente lontano dal turismo di massa.

Tappa 11: Vico Equense (NA) – Salerno • 86 Km
La mattina rifaccio la salita, fino al paese per sbrigare alcune commissioni. Infatti ripartirò da Vico Equense, solo alle 9:30. Risalgo da Meta di Sorrento, per arrivare dall’altra parte del Golfo di Sorrento, salendo e scendendo sulla statale Amalfitana (SS163), dove la voglia di fermarsi e tuffarsi in quelle acque azzure-smeraldo è assai enorme, però mi concedo, almeno, una ghiacciatissima granita dissetante ai limoni autoctoni della zona (spettacolo puro). Scendendo a Salerno, letteralmente, dal mega viadotto che arriva fino al porto di Salerno dalla statale Amalfitana, mi fermo in un bar per lavoricchiare, per rassegnarmi poco dopo e smettere di pedalare definitivamente per oggi a Pontecagnano, una frazione della città di Salerno: Camping Lido di Salerno (Via Lago Trasimeno 1 – Pontecagnano Faiano – SA) che da quel poco che ho visto del lungo mare, non pensavo fosse così piena di brio, avevo in mente una cittadina sul mare un po’ triste e malinconica come lo sono la maggior parte le città di mare.

Tappa 12: Salerno – Palinuro (SR) • 115 Km
La strada corre sempre alla mia destra, soleggiata e rasa sul lungo mare, passando accanto all’Area archeologica di Paestum, con il suo: Anfiteatro, Comitium, Foro e Tempio di Nettuno. Poi, invece, la strada risale molte volte, prima di discendere temporaneamente per oggi, a Palinuro, Camping Arco Naturale (Via Arco Naturale, 1 – Palinuro – SA), villaggio non proprio economico, ma tant’è, il luogo è mozzafiato. Alla fine ho scoperto per puro caso questo posto molto suggestivo che andrebbe visitato ad ogni costo finché esisterà, c’è una spiaggia più raccolta andando oltre l’arco, la consiglio vivamente.

Tappa 13: Palinuro (SR) – Diamante (CS) • 115 Km
Dall’Arco Naturale di Palinuro fino alla vicina Marina di Camerota la strada piatta e l’aria ancora fresca della brezza mattutina e appagante, ma solo fino alla salita allucinante di Lentiscosa (sarei curioso di conoscere le pendenze medie). La sorpresa, oggi, è stata la statale 18, da Sapri fino a Praia A Mare. Vuoi per la suggestione del Cristo Redentore di Maratea, ma anche delle calette che si incontrano, i fiori, il verde sulla strada, il poco traffico, etc… tutto questo col mio pensiero, che questa parte ha poco da invidiare alla Costa Amalfitana. Quindi tutto bene e nella norma, fino a quando scendendo a Praia A Mare, sulla strada che sto percorrendo c’è un incendio a fare da scenografia, per fortuna che ero in discesa, altrimenti col caldo e le fiamme, poteva essere benissimo un’ambientazione infernale, dantesca. Monto la tenda nel Villaggio Mare Blu (Via Riviere, 60 – Cirella Di Diamante – CS), posto bellissimo e curato, anzi quasi troppo lussuoso per me.

Tappa 14: Diamante (CS) – Pizzo Calabro (VV) • 139 Km
Questa è l’ultima tappa del mio traguardo intermedio, poi seguiranno una decina di giorni di riposo, mare, sole, spiaggia, isole Eolie, gelato, ottimo cibo e un po’ d’aria di casa e famiglia. Parto davvero molto presto (6:15), dopo che il giorno prima mi sono preso, forse l’ultimo, “pazzo” dalle ragazze alla reception nel campeggio. Sono partito presto, con la speranza di beccare meno traffico possibile sulla impervia statale 18, ma non è così per molto, ahimè. Comunque, dopo quasi 140 km, arrivo a Pizzo intorno alle 13:15, direi giusto per pranzo, forse se avessi voluto non so se sarei mai riuscito ad essere così puntuale.

“Tappa” sulle Isole Eolie il 26 luglio 2015:

Tappa 15: Pizzo Calabro (VV) – Guardavalle Marina (CZ) • 120 Km
Riparto il 30 luglio di buon mattina, la strada sale quasi subito verso Vibo Valentia, per immediatamente scendere verso il paesello di mia madre (Piscopio), praticamente sto seguendo il percorso del giro d’Italia di qualche anno prima… sarà tutta una salita, passando per Soriano, dove chiacchiero con un anziano parrucchiere; Serra San Bruno, dove visito l’abbazia certosina, luogo di gran pace e tranquillità nel fresco del bosco; e su fino a Passo di Pietra Spada (mt. 1.350 s.l.m.), nel Bosco di Stilo. Sosta con panino nelle vicinanze Cattolica di Stilo, gioiello architettonico bizantino incastonato contro la parete rocciosa che sovrasta Stilo, in un panorama anch’esso unico dal quale si può scorgere il mare in lontananza, il letto di un fiume, la vallata e nello stesso tempo respirare aria collinare. Si narra che: “tanta é la sua bellezza che persino i pirati saraceni che saccheggiavano la costa la risparmiarono”. Pernotto presso il Villaggio Faro Punta Stilo (Via Lungomare, snc – Guardavalle – CZ), mi danno un bungalow, che alla fine non pagherò nemmeno, forse mi hanno visto alla “frutta” o bisognoso.

Tappa 16: Guardavalle Marina (CZ) – Le Castella (KR) • 105 Km
Oramai sono sulla litorale ionica, SS 106, con una fama non invidiabile, proseguendo sempre col mare a destra, verso nord, fino a Le Castella. La strada, è assai pericolosa, quindi la mia attenzione sempre più spesso è rivolta più alla strada che al panorama, a tratti incontaminato e dall’acqua cristallina del mare Jonio. A Le Castella, il fascino della fortezza aragonese è impareggiabile, consiglio di andarci, come ho fatto, nel tardo pomeriggio in modo di godere anche dello splendido spettacolo del tramonto sul mare o cenare a pochi passi in qualche ristorante, oppure ancora, essere spettatore inconsapevole di un ottimo spettacolo comico con “fondale” l’antica fortezza. Pernotto appena fuori dal centro abitato al Camping Costa Splendente (Località Santa Domenica – Le Castella – KR).

Tappa 17: Le Castella (KR) – Rossano (CS) • 135 Km
Riparto da Le Castella alla mattina presto, infatti al castello alle 6:15 circa non c’è assolutamente nessuno, sempre sulla statale 106, assai pericolosa in alcuni tratti, ma che mi consente di fare la costa Jonica e non l’entroterra, sicuramente più impegnativo. Arrivo a Rossano, inizialmente in un villaggio fin troppo bello e costoso, e sinceramente fin troppo isolato dal lungo mare cittadino; quindi opto per proseguire, fino al campeggio Oriental Park (Contrada Momena, 44 – Rossano – CS), più un parcheggio che campeggio, ma sicuramente economico e ben adatto alle mie finanze; inoltre, più “vivace” e meno appartato. Infatti alla sera il lungomare, forse perché sabato sera, era davvero pieno di persone e festicciole.

3-Le Castella
Le Castella alle 6:15 di mattina

Tappa 18: Rossano (CS) – Scanzano Jonico (MT) • 105 Km
Dopo qualche foto ed acquisto alla Amarelli di Rossano (fabbrica di liquirizia), proseguo, manco a dirlo, sulla Jonica, fino al Camping le Due Barche (Via Lido Torre, 33 – Scanzano Jonico – MT). Incontro ragazzi simpatici ed addirittura un pompiere in ferie di Legnano (quanto è piccolo il mondo). Dopo qualche dritta per il giorno dopo, dove mi dicono chiaramente di evitare la sosta a Pisticci, ma proseguire spedito nella Valle dell’Agri, la sera assisto ad un bel concerto poco fuori dal campeggio.

Tappa 19: Scanzano Jonico (MT) – Brienza (PZ) • 134 Km
Riparto comunque alla mattina, sembrerebbe senza nessuna accusa apparente della notte prima, almeno fino a Villa D’Agri, dove mi riposo all’ombra di qualche albero su una panchina di marmo in Piazza L. Zecchettin, ci voleva proprio. Ho percorso praticamente tutta la Val d’Agri, una terra immersa  in una serena tranquillità che si offre nelle rigogliose aree boschive e dei pascoli verdi; in cui l’acqua, protagonista indiscussa, sgorga copiosa da antichissime sorgenti tra rivoli e torrenti; una terra della luce e del silenzio, dov’è ancora possibile ascoltare il suono del vento. Avevo prenotato il pomeriggio prima, nel b&b La Giara (Via Mario Pagano, 29 – Brienza – PZ), in una dimora storica nel centro della antica Burgentia. Il borgo di Brienza si presenta come fulcro naturale del Castello Caracciolo, posto alla sommità di un colle sui pendii del quale si avviluppano e si divincolano in una miriade di prospettive fasci concentrici di case, abbarbicati precariamente alla roccia scoscesa.

Tappa 20: Brienza (PZ) – Ripacandida (PZ) • 90 Km
Dopo aver fatto colazione, con la proprietaria a dir poco logoroica, riparto per l’ultimissima tappa, verso Ripacandida. Ho fatto una sosta intermedia a Potenza, e dove il sagrestano mi invita a vistare i resti sotterranei della cattedrale di San Gerardo, senza che lo chiedessi, visto questo, riparto e qui veramente è stata dura, vuoi per i tanti chilometri fatti, per il caldo, e perché ormai il “sentimento” di “essere arrivato” è più forte. Da Rionero in Vulture, mi ricordavo una strada veramente diversa, invece è praticamente tutta in discesa fino ai piedi di Ripacandida, è qui che viene il bello, perché sarebbe da verificare, ma le pendenze sono devastanti, comunque arrivo sano e salvo, e sì un po’ stanco, ma decisamente stra-soddisfatto.

Tappe 20: Magnago (MI) – Ripacandida (PZ) • 2.447 Km
In conclusione: venti tappe, più una sosta completamente fermo al Camping Giannella, Orbetello, per riprendere le forze. Duemilaquattrocentoquarantasette chilometri, dove possibile su strade non trafficate e che costeggiassero la costa italiana. Ho sempre mangiato ottimamente e tantissimo pesce, ma era davvero impensabile che fosse il contrario. Un’unica pecca: il campeggio a Castel Volturno (spero che abbia chiuso) ma mi sono “rifatto“ la stessa sera mangiando una pizza con mozzarella di bufala spettacolare, ed anche qui, non poteva essere il contrario. Viaggio sicuramente da rifare, ma invece di tornare in treno (calvario da Ancona, già terzo ed ultimo cambio, tutto fatto senza aria condizionata e su treno orrendo) farei anche il rientro in bici, magari salendo dall’Adriatico.

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