Giappone 2016 (dall’11 al 30 Agosto).
Un viaggio che è iniziato molto tempo prima, ovviamente, per risparmiare più possibile ovunque. Il Giappone è caro, non tanto per il volo, che comunque “muovendosi” abbastanza in anticipo si riesce a trovare offerte discrete anche in Agosto, ma per il costo della vita. Due birre piccole (0,2 cl) ed uno shot di rum, possono costare anche 40 euro al cambio… Cosa successa al sottoscritto al Shinjuku Golden Gai, un insieme di stradine parallele che sono strapiene di tipici micro bar (massimo 5-6 persone di capienza). La particolarità di questa zona è la vicinanza tra un locale e l’altro e il fatto che ce ne siano anche sopra i palazzi. Bello perdersi un po’ ed entrare in un paio a caso per bere qualcosa per fare le ore piccole… e aggiungerei prende “fregature”.
11 Agosto 2016, partenza da Malpensa alle 8:05 per Londra, dove cambiamo per un volo diretto a Tokyo, dove arriviamo alla mattina, poco dopo le 7 del 12 Agosto.

12 Agosto, Tokyo.
Pernottiamo all’Holiday View Inn (Shinjuku-ku, Hyakunin-cho 1-23-14, Shinjuku Ward, Tokyo) dal 12 al 16 Agosto qui a Tokyo. Oggi, facciamo un giro nella nostra zona, Shinjuku-ku, giusto per ambientarci nell’estremo oriente. Sembrano formichine operose che si muovono come pazzi. Dall’aereoporto all’ostello prendiamo un pullman convinto (io davvero ero convintissimo) che si potesse vedere qualcosa, invece è praticamente tutto in galeria… Uffi. Con qualche difficolta abbiamo trovato la strada dalla fermata del pullman all’ostello… vabbé, non poteva filare tutto liscio da subito. Mentre eravamo in giro per conoscere il quartiere, verso mezzogiorno ci guardiamo in giro per stuzzicare il nostro primo pasto giapponese. Nessun problema, si avvicina una signora con un paio di sacchetti della spesa, che ci invita a seguirla. Ci entrare in una palazzina, e già che pensavamo di dover andare a pranzo dalla gentile signora, ma poi ci fa’ entrare dal retro di un locale-ristorante, che subito scopriamo “cinese”, ma nessun problema… Rimanderemo la cucina giapponese a stasera… ne abbiamo di tempo.
Dimenticavo, pomeriggio siamo rientrati perché Pollo non stava benissimo. Quindi, io, Becio e Simo, siamo andati nel quartiere Harajuku, perché il sottoscritto voleva comprarsi un paio di scarpe da running allo store Asics. (250 euro di spesa: un paio di scarpe, e due t-shirt del team Japan alle olimpiadi appena concluse). Siamo passati per il Santuario di Tōgō situato a Harajuku (“alloggio nel prato”).
13 Agosto, Tokyo.
Io e Pollo, stamani andiamo a fare il tattoo. Prima, prendiamo una bella “pettinata” ad un “bistrot” in zona studio tattoo: TOKYO INK (www.tokyo-ink.com).
Nel video sotto, l’incrocio di Shibuya in notturna (verso le 20), appena usciti dallo studio di tattoo. Ci torneremo anche di giorno con gli altri.
Mentre: Teo, Simo, Becio e Caprone… andranno in giro a zonzo.
14 Agosto, Tokyo-Monte Fuji.
Dopo aver trovato chiuso lo stadio del sumo, perché alle prese con i preparativi per l’incontro di wrestling di stasera (potevano anche farlo altrove, sinceramente)…
Proviamo a consolarci con una gita al Monte Fuji… Troppo gentile la ragazza che ci ha aiutato per i biglietti. Non ce l’avremmo mai fatta. E pensare che ci stava mettendo 100 yen mancanti, incredibile la disponibilità, educazione, gentilezza di questo popolo! Peccato per il tempaccio trovato sul Fuji, per non scordare il traffico assurdo trovato al rientro.
15 Agosto, Tokyo.
Oggi abbiamo fatto un bel giro, abbiamo anche recuperato il Japan Rail Pass, che ci servirà per spostarci in treno… Lo consiglio a tutti, è molto comodo, perché eviti file sia per acquisti dei biglietti, sia per entrare fisicamente ai binari. Vi diranno che bisogna prenotare i posti per i treni ad alta velocità. Non è vero, ci sono sempre due/tre carrozze adibite a posti senza prenotazione, magari non sempre e non subito troverete il vostro posto a sedere, ma basta pazientare. Come qualsiasi tour operator Vi dirà che non è possibile portare a bordo valigie troppo “grandi”, e vi dirà di spedirle a destinazione ogni volta (con un costo, ovviamente). Non dategli retta… Non è vero. Noi le abbiamo sempre portate con noi anche su i treni ad alta velocità. Vicino a Ginza, troviamo un bel parco con un percorso interessante per massagiare, e riattivare la pianta del piede. Guardare per credere.
Prima vera tappa di oggi è il mercato ittico all’ingrosso Tsukiji, il più grande mercato del pesce nel mondo.
Seconda tappa, Chiyoda: Palazzo Imperiale (già Castello di Edo) con Nijūbashi (letteralmente doppio ponte) e i palazzi della zona Marunouchi che sorgono davanti alla stazione di Tokyo, visti dal Palazzo Imperiale.
Nel primo pomeriggio, ci spostiamo nel quartire Shiodome, per vedere l’enorme orologio meccanico (10m x 18m) dello Studio Ghibli, ideato da Miyazaki Hayao per la sede della Nippon Television. Era una curiosità al di fuori del solito giro turistico che avevo letto da qualche parte. Allo scoccare dell’ora molte sue parti si animano dando vita ad uno spettacolo unico, comprensivo di colonna sonora.
Eccoci qui, tutti all’incrocio di Shibuya (siamo venuti per ritirare il Japan Rail Pass, utile nei prossimi giorni). Migliaia di persone attraversano l’incrocio pedonale più trafficato del mondo ogni qual volta diventa verde il semaforo. A dirlo così sembra banale, ma è veramente un emozione attraversare la strada insieme a centinaia e centinaia di persone, o fermarsi in mezzo per un selfie e gli altri che ti passano accanto. Una particolarità è che in questo incrocio tutto il traffico viene bloccato e i pedoni possono spostarsi in qualunque direzione, grazie alle strisce pedonali poste in obliquo.
Domani ci spostiamo con il nostro Japan Rail Pass, verso Kanazawa, e quindi diamo inizio la nostro personalissimo interrail in terra Giapponese. Però, prima vi faccio vedere qualche prelibatezza di Tokyo e sul Monte Fuji… Lo so bene, non è come mangiarle davvero, ma accontentatevi.
16 Agosto, Kanazawa.
Facciamo la fila per prenotare i posti a sedere sullo Shinkansen. Come già detto, se ne può fare a meno, ma non lo sapevamo ancora. E’ comunque una cosa “simpatica” e da provare per percepire la disponibilità verso i turisti, perché dovresti scrivere su un foglio numero di persone, il numero del treno (se lo sai) oppure orario e destinazione. Questo lo mostri ad un ragazzo o ragazza, che aloro volta lo trascrivono in giapponese per i “bigliettari”. Arriviamo a Kanazawa con un tempaccio, pioggia, freddo, etc… l’hotel non è lontanissimo dalla stazione, ma nonn ci impedisce di arrivare completamente lavati. Facciamo due notti all’APA Hotel Kanazawa-Katamachi (Ikeda-machi 2 Bancho 21-1, Kanazawa). Abbiamo prenotato tre camere matrimoniali, peccato che avessero i letti alla Francese (quindi minuscoli in larghezza e in lunghezza). Disastro. Altra lavata per andare a mangiare, ma per fortuna dopo il cielo si apre un pochino, almeno non piove più. Optiamo per un giro a Kenroku-en, “Giardino dei sei attributi” o “Giardino delle sei sublimità” (antico giardino privato nella città di Kanazawa, ed è considerato uno dei tre giardini più belli del Giappone).
17 Agosto, Kanazawa.
Andiamo verso la stazione (in cinque, perché Caprone non si sentiva bene), con l’idea di fare un giro a Shirakawago (famoso per le abitazioni rurali con il particolare tetto di paglia “Gassho-Zukuri”), ma tutti i bus “turistici” del caso sono sold-out. Ripieghiamo su un giro ben fatto di Kanazawa (alla fine forse è stato meglio così). Ci saremmo persi molte cose… Comunque Caprone, lo abbiamo beccato nel pomeriggio al Castello.
Oltre al Castello (più volte distrutto e ricostruito), ci saremmo persi o no (chi lo sà), nel dedalo di vicoli tortuosi del quartiere Higashi Chaya. Attraversando questo intreccio di stradine si possono ammirare l’esterno delle antiche case chaya, con il loro caratteristico motivo a grata, il cosiddetto kimusuko. Le case sono tutte in legno e si sviluppano su due piani; al piano inferiore le geisha si dedicavano all’arte e intrattenevano gli ospiti con danze e canti, mentre al piano superiore si trovavano le stanze per gli ospiti.
Tutt’intorno al quartiere di Higashi Chaya, soprattutto verso la zona nord-est sorge il monte Utatsuyama, in se non è altissimo, anzi, raggiunge solamente i 141 metri di altitudine, ma ha veramente molto da offrire. L’area è molto tranquilla e raggruppa più di 50 tra templi e santuari di piccole e medie dimensioni, un luogo dove fare una bellissima passeggiata così da poter scorgere case antiche e luoghi di culto veramente caratteristici; i dislivelli, le strade strette e le varie scalinate rendono l’atmosfera meravigliosa e misteriosa.
E adesso vediamo qualche specialità di Kanazawa.
18 Agosto, Kyoto.
Le famose estati calde, afose di Kyoto sono ben chiare da subito…. Dopo essere arrivati con il nostro fantasmagorico Japan Rail Pass senza problemi, in una delle ex capitali giapponesi, ed aver preso possesso del posto letto nel dormitorio all’ostello Bakpak Kyoto Hostel (Higashiyama-ku Miyagawa-suji 2-244, Higashiyama Ward, Kyoto) per le prossime quattro notti, perché c’è molto da fare e vedere qui… cosa che facciamo quasi subito, giusto il tempo tecncico di cambiare la maglia, una sistemata veloce, ed usciamo tutti e sei. Cosa che dura pochissimo, forse un trecento metri, dopodichè, Caprone dice “… non mi sento bene, io rientro in ostello…” (o qualcosa del genere). Non abbiamo ancora pranzato, quindi optiamo per il primo posto che troviamo: Yamasan Ramen (… che alla fine si rivelerà un otitmo posto e propietario simpatico. (infatti il giorno prima di lasciare Kyoto, gli porteremo un paio di foto di Milano come ricordo, visto che c’era stato o forse no, per il suo viaggio di nozze… Sicuramente era stato a Venezia e Roma, se ricordo bene). Infatti optiamo inanzitutto per un giro al Palazzo Imperiale e poco altro, perché è già pomeriggio inoltrato, poi nei prossimi giorni ci aspettano altre mille cose, come ad esempio Nara, che è vicino.
19 Agosto, Kyoto.
Oggi gita poco fuori Kyoto per la famosa zona Arashiyama, con l’imponente foresta di bambù di Sagano. Un luogo tranquillo, fatto di lunghi sentieri dove poter passeggiare. L’idea è quella di una fitto bosco i cui alberi protendono verso il cielo. Vi ritroverete infatti del tutto circondati dalle canne di bambù e la luce che da esse filtra è soffusa, surreale, quasi da mondo delle fiabe. Sarete fortunati se troverete una leggera brezza: ad ogni movimento le canne di bambù emettono infatti un delicato fruscio che rende l’atmosfera se possibile ancora più affascinante. Qui nel “Parco delle scimmie Iwatayama”, in una grande area aperta, è anche possibile osservare centinaia di scimmie. Impossibile che abbiate visto in vita vostra uno spettacolo simile, assolutamente incredibile. Dal parco è inoltre possibile godere di panorami mozzafiato sulla città. Nello stesso parco, sia saliti al Tempio Buddista Senko-ji… Dopo la brillante idea del Teo e Simo (che sfaticata). Rientrando a Kyoto, facciamo un giro al Castello Nijō e al tempio Nishi Hongan-ji.
20 Agosto, Nara.
Oggi, invece, Nara (antica capitale) è caratterizata dalla presenza di cervi sika che girano liberamente per i parchi e chiedono in modo esplicito ai turisti cibo, compresi noi, ma con poca fortuna per loro. Questo animale è un po’ il simbolo della città tanto da essere riprodotto anche sui tombini delle strade. In una città ricca di storia come Nara, seconda solo a Kyoto in quanto a luoghi ed edifici tradizionali, un visitatore ha solo l’imbarazzo della scelta. I luoghi di maggior interesse sono tutti raggiungibili a piedi dalla Stazione Kintetsu di Nara che raggiungiamo comodamente con il nostro celeberimmo “Japan Rail Pass”.
21 Agosto, Kyoto.
Il mezzo migliore per raggiungere il santuario Fushimi Inari è il treno. Si trova infatti a pochi metri di distanza dalla stazione JR Inari che può facilmente essere raggiunta dalla stazione centrale di Kyoto con un treno della linea JR Nara in appena 5 minuti. Essendo in possesso del Japan Rail Pass, questa tratta è compresa. In ogni angolo del Giappone è possibile addentrarsi in luoghi carichi di suggestione. Ce ne sono alcuni però che più degli altri sono in grado di colpire dritto al cuore e di lasciare del tutto a bocca aperta per lo stupore. Un esempio su tutti è sicuramente il santuario scintoista Fushimi Inari, dedicato al dio Inari del riso e dell’agricoltura. Inari viene considerato oggi anche come il dio protettore dei commerci. Pensate che in tutto il Giappone sono presenti migliaia e migliaia di santuari scintoisti dedicati a questo dio, ma il santuario di Fushimi è senza dubbio il più visitato e il più amato dai fedeli. Un motivo dovrà pur esserci… scopriamolo insieme. A decretare il successo del santuario non è solo la bellezza degli edifici, ma anche, e forse soprattutto, i sentieri che scorrono sotto a centinaia di portali (o cancelli) sacri, meglio conosciuti con il nome di torii. I portali rossi del santuario sono stati tutti donati dai fedeli e i più curiosi possono addirittura scoprire la data della donazione e il nome del donatore, impressi infatti sulla parte posteriore del portale (in giapponese). I sentieri si trovano in collina e permettono di raggiungere la sommità, situata a 233 metri sopra al livello del mare. Non si tratta di un percorso poco impegnativo: per raggiungere la cima della collina sono infatti necessarie circa 2 ore di cammino. Spesso i sentieri si interrompono ed è possibile scovare bancarelle che vendono oggetti sacri o pietre su cui fermarsi a riposare.

Pomeriggio, ci spostiamo al Kinkaku-ji Temple / Tempio del padiglione d’oro (più spesso semplicemente “Padiglione d’oro”, il nome del tempio deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione: l’oro ha infatti un forte valore simbolico di purificazione da ogni tipo di inquinamento o pensiero negativo ed è inoltre funzionale a creare un particolare riflesso sullo stagno, grazie alla luce del sole. Escludendo i sotterranei, l’intero padiglione è ricoperto di foglie d’oro puro, motivo per il quale l’edificio viene spesso paragonato ad un altro tempio situato a Kyoto, ossia il Ginkaku-ji, il Tempio del padiglione d’argento, che visitermo poco dopo. La pagoda, che si articola su tre piani, contiene inoltre le reliquie del Buddha.)
Come le volte precedenti, eccoVi le specialità di Kyoto e Nara.
22 Agosto, Hiroshima.
Dopo aver accompagnato Caprone al treno per l’areoporto, da dove farà rientro a casa… Noi ci spostiamo ad Hiroshima. Appena fuori dalla stazione ferroviaria, chiediamo indicazioni per il nostro ostello all’ufficio informazioni. Gentilissima ci indica quale tram prendere e dove scendere, lo troviamo in un attimo. Faremo tre notti qui all’ostello Santiago Guesthouse Hiroshima (Naka-ku Nakamachi 4-18, Hiroshima) ad una manciata minuti di cammino dal Parco della Pace. Nacque per ricordare il bombardamento nucleare operato dagli statunitensi al termine della seconda guerra mondiale sulla città di Hiroshima.
23 Agosto, Mijayima/Hiroshima.
Oggi giornata più o meno rilassante immersi nella natura e lontani dal caotico centro della città, prendiamo il traghetto da Hiroshima ed andiamo all’isola di Miyajima. Quest’oasi naturale è allo stesso tempo un luogo sacro, in cui sin dall’antichità gli uomini hanno convissuto con le divinità. Le sue montagne ricoperte da una fitta vegetazione e la natura incontaminata hanno da sempre affascinato i monaci e le persone comuni che considerano questo luogo un vero e proprio rifugio spirituale in cui potersi isolare meditando e godendosi la pace della natura; tutto questo ha contribuito ad accrescere la popolarità dell’isola di Miyajima. All’arrivo la prima cosa che salta all’occhio è un grande Torii rosso, che introduce santuario Itsukushima, il più famoso dell’isola. Vi si trovano daini davvero affamati.
Dopo cerchiamo la funivia che porta alla sommità dell’isola (per la felicità del Teo) poi in quasi un’oretta a piedi arriviamo al punto più in alto, sulla vetta del Monte Misen, dove possiamo vedere il panorama della baia di Hiroshima.
24 Agosto, Hiroshima.
Stamani come prima cosa facciamo un giro al Castello di Hiroshima, a differenza della maggior parte dei castelli, costruiti in cima a colline o in posizioni strategiche, il castello di Hiroshima è un buon esempio di castello costruito su terreno pianeggiante nel centro di una città. Il torrione principale consta di cinque piani, mentre i suoi giardini sono circondati da un fossato.
Mentre nel pomeriggio, seguendo il consiglio di due ragazze Thai, ci spostiamo a Iwakuni per vedere il Ponte Kintai (un antico ponte ad arco in legno costruito senza chiodi metallici). Il ponte fu costruito per attraversare il fiume Nishiki e arrivare al Monte Yokoyama, sul quale si erge il castello di Iwakuni. Fa parte del Parco Kikkou, che include il ponte e il castello, etc.
25 Agosto, Kobe.
Oggi trasferimento in poco più di un’ora da Hiroshima, arriviamo a Kōbe, saremo sinceri, andiamo soprattutto per il famoso manzo di Kōbe, rinomato per il sapore, la tenerezza e la struttura grassa e ben marezzata. Può essere preparato alla griglia fai da te, su piastra (Teppanyaki), come componente del Sukiyaki e in molti altri modi. Per essere chiamato “di Kōbe”, un bovino deve avere alcune caratteristiche particolari. La leggenda vuole che l’alimento principale del manzo sia il grano, insieme alla birra, e che questo venga massaggiato con del sakè. Alla diffusione di questa leggenda ha contribuito anche una scena del film “Mondo cane” del 1962, ma di tutto ciò non si trova alcun riscontro nella realtà. I bovini vengono effettivamente spazzolati, ma soprattutto per tenerli puliti. Inoltre, opteremo per un’altra peculiarità giapponese, come l’hotel capsule. Stanotte dormiamo nei “loculi” del Capsule Hotel Kōbe Sannomiya (Chuo-ku Kano-cho 3-4-15, Kōbe)… Era un’esperienza da fare, come quella di essere “richiamati” più volte per i tattoo. Infatti, nella cultura Giapponese non posso essere mostrati in pubblico, quindi anche in “bagni comune” pienamente stile “giappo”.

Qui sotto vedete le specialità di Hiroshima e Kōbe. Spiccano, una “copia” o qualcosa di simile alla “nostra frittata di pasta” tipica di Hiroshima (Okonomiyaki), la balena assaggiata a Iwakuni e il leggendario manzo di Kōbe. Buon appetito.
26 Agosto, Monte Kōya.
Stamani, ripartiamo dal nostro Capsule Hotel a Kōbe per dirigerci con svariati cambi di treno, funivia e pullman sul Monte Kōya. È considerato uno dei luoghi più sacri del Giappone ed uno dei maggiori centri monastici del Paese. Il Kōya-san ospita una grande area sacra, un complesso di templi buddhisti e santuari. L’area di Oku-no-In è circondata da una fitta foresta di cedri, ed è sede di un vasto cimitero con molti mausolei, tra cui quello di Kūkai, e un monumento ai caduti nella Seconda guerra mondiale. Nell’area sacra del monte Kōya è possibile pernottare in alcune foresterie, chiamate Shukubo, messe a disposizione dai monaci dei templi. Solitamente chi pernotta in uno Shukubo può assistere o prendere parte a veglie e riti buddhisti (come abbiamo fatto noi la mattina seguente) insieme ai monaci del tempio. Noi siamo stati a Yochi-in (Koyasan 293, Koyacho). Esperienza da provare: dormire in un monastero buddista, mangiare il loro cibo vegano, la preghiera del mattino. Per chi è un vero viaggiatore che ha voglia di conoscere, una notte vale la pena fermarsi in un monastero. Bisogna adattarsi un attimo: ore 21 chiudono le porte del monastero, tutti a dormire, alle 6 ti svegliano per andare alla preghiera buddista, la cena è alle 17 e vegana, si dorme sul tatami. Ovviamente essendo caratteristico lo fanno pagare ad un prezzo elevato.
La mattina successiva, lasciando i bagagli dai monaci, facciamo un giro sul Monte. Visitiamo svariati siti storici, come: Daimon (è l’entrata principale al Kōya-san, la porta di accesso all’area sacra); l’area sacra Danjō Garan (costituita da circa 20 diversi edifici, inclusa la prima pagoda costruita in Giappone in stile “tahōtō”, rappresentazione in architettura di un maṇḍala, chiamata Konpon Daitō); il cimitero Oku-no-in (considerato il luogo più sacro dell’area. Superato il “primo ponte” (Ichi-no-hashi), un sentiero lastricato di circa 2 chilometri conduce al mausoleo di Kōbō-Daishi. Ai lati del sentiero si trovano centinaia di altissimi alberi di cedro e circa 200.000 pietre tombali); Kongōbu-ji (il tempio principale del Buddismo Shingon)…
27 Agosto, Osaka.
Giro a ritroso, quindi pullman, funivia e treno per Osaka. Qui passeremo le nostre ultime tre notti su suolo Giapponese. Dormiamo presso Osaka Guesthouse Sakura (Kita-Ku, Nishi-Tenma 6-3-5, Osaka) in due camere ancora in Stile Giapponese e bagno in comune. Abbiamo scelto questa soluzione, perché vicino alla stazione, che tornerà comodo per l’areoporto quando dovremo tornare in Italia. Arriviamo nel tardo pomeriggio-sera, giusto il tempo di una lavata veloce e muoversi verso Itami (cittadina vicino ad Osaka, infatti dà il nome ad uno dei due scali aerei di Osaka, chiamato anche aeroporto Internazionale di Osaka), per vedere lo spettacolo dei fuochi d’artificio a ritmo di musica, in mezzo a migliaia di persone. Ci è stato consigliato giorni fa, dalle due ragazze Thai conosciute ad Hiroshima.
28 Agosto, Himeji e Osaka.
Oggi, alla fine, la giornata si è sviluppata andando a visitare ben due castelli. Quello di Himeji e quello di Osaka, rientrando il pomeriggio. Himeji è nota per la presenza del grande castello di Himeji, uno dei patrimoni dell’umanità in Giappone. La città era infatti in origine una città fortificata e, nonostante gli eventi naturali, come il Grande terremoto di Kobe e diversi tifoni, e i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il castello è rimasto in piedi oltre 400 anni.
Con una piccola aggiunta sul prezzo del biglietto per il castello di Himeji si può accedere ai giardini Koko-en, classico esempio di giardino giapponese (curato in modo maniacale), con tanta acqua, laghetti, cascatelle, ruscelletti creati dall’uomo e bellissime carpe koi che nuotano nel lago del giardino principale e lanterne e ponti fatti in pietra che fanno da cornice ad una cascata naturale trà gli alberi di acero. Si possono ammirare tante specie di piante tipiche del paese nipponico, esperienza rilassante. Qui sotto un bel po’ di foto.
Pomeriggio ci spostiamo verso Osaka, facciamo appena in tempo per entrare al castello. Senza dubbio uno dei monumenti più conosciuti ed importanti del paese: l’omonimo castello è un vero gioiello, costruito alla fine del sedicesimo secolo sotto la commissione di uno dei più noti signori della guerra, Toyotomi Hideyoshi. La sua attrazione per l’oro si traduce nella volontà di far rifinire qualsiasi elemento del castello con questo pregiato metallo, caratteristica che lo rende unico nel suo genere. L’intera area parco del castello è infatti incorniciato da una cinta muraria di granito alta 20 metri che si estende per ben 12 chilometri, racchiudendo ampi fossati, la cui larghezza varia tra i 70 e i 90 metri. La straordinaria bellezza delle mura è dovuta alle imponenti dimensioni delle pietre usate per la loro costruzione, circa un milione, che lasciano letteralmente a bocca aperta i visitatori, quindi anche noi.

29 Agosto, Osaka.
Ultimo giorno qui in Giappone, domani mattina presto abbiamo il volo da Osaka per Tokyo, poi Londra ed infine Malpensa. Mentre Pollo e Simo sono a tatuarsi, noi restanti tre, optiamo per un giro a Shinsekai (nuovo mondo) ed in effetti quando è nato nel 1912, il quartiere Shinsekai prendeva spunto da quel mondo ancora sconosciuto che si trovava al di fuori dei confini: un progetto di riqualificazione pensato per ospitare l’Esposizione Industriale Nazionale e che fu poi sviluppato per dare un nuovo impulso alla città. Lo stesso impulso che forse servirebbe oggi al quartiere stesso, trascurato nel periodo del dopoguerra a favore di altri quartieri della città. Ma forse proprio in questa “trascuratezza” che si cela il fascino di Shinsekai, dove tutto è rimasto praticamente com’era 50 anni fa: un luogo carico di atmosfere retrò che di certo farà innamorare i nostalgici del tempo passato. Visitare questo quartiere è di certo un’ottima alternativa per scoprire luoghi meno turistici e blasonati di Osaka e assaggiare specialità tipiche (una sua tutte il kushi-katsu, ovvero degli spiedini di carne o verdure fritte. Quest’ultima è la specialità più popolare di Shinsekai, tanto che ne vengono proposte diverse varianti, sia dolci che salate, e molti ristoranti specializzati restano aperti 24 ore su 24). Anche se il tempo non è proprio dalla nostra parte… Diluvio per tutto il giorno.
Ultime specialità degustate a Himeji e Osaka… sono le ultime, lo prometto.
Ed eccoci qui alla fine di questo viaggio nel Paese del Sol Levante, che esperienza ragazzi… Se avrete la possiblità, fatela, e Vi innamorerete di questo splendido Paese. Forse la troppa cordialità, gentilezza ed educazione Vi faranno “andare in bestia”, ma comunque è una “figata”.
