Martedì 15 Maggio 2018. Ho lasciato la macchina vicino alla stazione di Busto Nord in una posizione dove difficilmente la ritroverò senza multa oppure addirittura rimossa. Ho preso il Malpensa Express al volo, infatti non ho fatto in tempo a fare il biglietto. Quindi la partenza con qualche minuto di ritardo per Londra (12:20, invece delle 12:05), farò scalo e successivamente prendere la coincidenza per Pechino. Ho preso un caffè (ovviamente acqua sporca) a bordo, 2.30 sterline. Scalo a Londra senza grossi patemi, “fish ‘n chips + London Pride Beer “ 17.5 sterline, con mancia per un totale di 20 “sterline Nord Irlanda” alla faccia di chi, come me, pensava non le accettassero. Poco più di 5 sterline per caramelle e spray per la tosse/gola. Un’oretta di ritardo alla partenza del volo Londra-Pechino, mai recuperata in pieno.
Mercoledì 16 maggio 2018. Arrivo a Pechino, mi trovo alcune “macchinette” per le impronte ed una discreta fila per la dogana. Il mio zaino è arrivato tranquillamente, ma sono stato fortunato, ad altri non è andata così. Tragitto Aeroporto Hotel è stato comunque veloce e facile anche coi mezzi (express+2 cambi di metro). Caldo asfissiante e quasi peggio del Giappone. Ho dovuto chiedere solamente ad una ragazza per la direzione esatta dell’Hotel, ma in realtà ero già nella giusta strada. Hotel, lascia un po’ a desiderare. Lavato le due cose che indossavo e mi sono incontrato con Giuliano da Brescia. Giro con lui a “Temple of Heaven” e rientro in hotel, dopo aver cercato dove cenare. La Vale vi ha tradotto il nome e il posto in cinese, ma solo il secondo tassista ci ha tirato su e portato nelle vicinanze, perché era in una bellissima zona pedonale. Cenato con 164 Yuan con due birre in bottiglia grandi, arachidi fritte in vinaigrette; spaghettini di soia in agrodolce e piccanti; zuppa di pesce; pollo con verdure… Al rientro, visto che tutti i taxi passano pieni, optiamo per un “TukTuk”. A parte le buche che abbiamo sentite tutte, la ricorderemo per la fregatura presa. 250 Yuan, contro le 40 Yuan del taxi…. Assurdo, e pensare che ne voleva 300. L’unica nota positiva è quella che abbiamo preso un po’ d’aria “fresca” per le strade di Pechino.
Giovedì 17 Maggio 2018. Sveglia presto e di conseguenza, colazione. Arrivo in mattinata nella piazza sotto la Muraglia per il briefing e la successiva emozionante, e faticosa ispezione del percorso (solo il tratto della Muraglia). Pranzo al sacco con discreti panini, per poi ripartire ed arrivare nel bellissimo Eagle Land Hotel. Giusto il tempo di posare la borsa ed una doccia veloce, e giù in lobby per un massaggio, iniziato con un bel po’ di ritardo, ma comunque un’ora di massaggio. Le ragazze giovani e carine (ma nemmeno tanto), forse perché raramente vedono uomini con la barba erano “su di giri”, tanto da chiedere di farsi foto, anche un po’ “sexy” con me ed inviarle nei loro vari gruppi di amiche… Poi c’è stato qualche commento audio, ma a capire cosa dicessero. Comunque con Angela, siamo arrivati alla conclusione che fosse, ancora, un bordello o similare. Cena nell’hotel dell’altro gruppo e rientro successivamente al nostro (Giuliano si è addormentato e poi ha fatto una nuotata, quindi non si è fatto trovare giù per il trasferimento per cena). Con Daniele gli abbiamo fatto compagnia all’Eagle Land Hotel per cena con risate epiche solo per ordinare.
Venerdì 18 maggio 2018. Mi sveglio giusto il tempo di fare una colazione veloce e poi intento a fare il “tour 1” nella cittadina rurale di Jixian, mi reco nella lobby per poi scoprire di aver fatto tardi. Stessa cosa o quasi per Giuliano, convintissimo di aver pagato questo tour, ed invece ha prenotato per quello di domenica a Pechino. A questo punto optiamo per una giornata di relax tra il centro benessere e piscina del hotel (cuffia 15 Yuan, per fare poi solo due vasche nel pomeriggio ed ingresso al centro benessere di 100 Yuan). Intorno alle 14 ci raggiunge Daniele, dopo che ha fatto il massaggio dalle “ragazzine” ed pranziamo tutti insieme nel ristorante dell’hotel. Anche oggi grasse risate per farsi capire, ma alla fine ci siamo riusciti. Dopo le 15, piscina e successivamente, verso le 18, altro spostamento col bus nell’altro hotel per il pasta party pre-maratona. Preparo tutto e poi provo a dormire, in base alla sveglia delle 3:40 per colazione, etc.
Sabato 19 Maggio 2018. Sveglia dell’hotel, se così vogliamo chiamarla alle 3:30. Colazione e alle 5 siamo già in bus ed arriviamo intorno alle 6:10 sul luogo della partenza, ci accoglie un meteo fresco e ventilato, ma vista l’ora per noi è come se fosse inverno. Dopo le varie pratiche, gli scongiuri, le creme spalmate, integratori, etc partiamo alle 8:00 insieme a tutti gli altri della wave 4. Partiamo blandi, visto l’immediata salita e successiva discesa/salita dalla “Muraglia”, anzi in cima, all’ingresso degli scalini, io e Daniele ci fermiamo in toilette, e così facendo perdiamo di vista Angela e Giuliano. Niente panico, procediamo come se nulla fosse, con Daniele che ogni tanto si gira per cercarmi con lo sguardo, ma passiamo insieme il primo passaggio alla piazza Ning/Nang… da qui pensiamo di “corricchiare” con un certo passo in modo da recuperare qualcosa sull’Angela e Giuliano, ma il caldo particolarmente fastidioso, l’afa e le salite presenti anche nelle zone rurali al di fuori della “Muraglia” non ci danno modo di fare quanto ipotizzato. Anche se molta gente a bordo strada, bambini, ci invitavano e sostenevano, chi a suo modo e in qualche caso molto timidamente. “Come fai a non rallentare per dare un “5” ad un bambino che ti saluta con tutto il sorriso di questo mondo, oppure una bambina che ti regala un fiore colto dal prato vicino, o ancora battere un “1” (si davvero un “1”) ad un bambino talmente piccolo che se avesse avuto 2 anni sarebbero tanti?!” Anche questo fa parte della “The Great Wall Marathon”. Quindi, prima del secondo passaggio in piazza tutto bene o quasi, ma avendo raggiunto Giuliano poco prima di questo secondo passaggio in piazza, io e Daniele ci incoraggiamo inconsciamente (molto probabilmente) ed affrontiamo la seconda salita sulla Muraglia con un sana e incosciente motivazione. Giuliano, inizialmente non sta troppo bene, mentre sicuramente tra i tre Daniele è quello che va più spedito, ma verso l’ultimo km della Muraglia o poco più, Giuliano ci supera e ci saluta (lo vedremo solo all’arrivo). Finita la Muraglia, Daniele poco avanti mi chiede come sto, ed urlando gli dico che ci sono, sono qui. Iniziata la discesa, e gli ultimi 4 km, io sentendomi “benino”, allungo un po’ il passo, ma chiedo consenso a Daniele, che mi risponde che sto andando troppo forte… lo abbandono, ma all’arrivo saranno 4-5 minuti non di più di differenza. Cavoli siamo riusciti a finirla, che eroi. Pranzo, doccia e massaggio, e rientro in pullman che sarà un calvario… ed inoltre i nostri bagagli non ci sono in hotel, come invece comunicatoci da Lily. Per cena, andiamo in un posto non lontano dall’Hotel, ma in taxi, non c’è la sentiamo di altri metri a piedi. Mangiato davvero bene e con un 15 euro a testa (al cambio) una sciocchezza per quello mangiato.
Domenica 20 Maggio 2018. Dopo la colazione, con un po’ di ritardo partiamo per il tour organizzato: Piazza Tianmen, Città Proibita (dove perderemo Angela), pranzo al ristorante con “Anatra alla Pechinese”, etc etc. Rientriamo per le 16, con appuntamento alle 17, per poi scoprire che in realtà era alle 17:30, come ricordava bene Daniele. Cena di Gala, tutto molto buono e bello… Compreso il giro di Tequila offerto dalle “amiche” messicane. Rientrati in hotel ci prendiamo una bottiglietta, che poi scopriremo “amaro”, e ce la secchiamo io, Daniele e Giuliano.
Lunedì 21 Maggio 2018. Dopo colazione e salutato Daniele, io sistemo lo zaino e mi dirigo in stazione a ritirare i biglietti del treno per i prossimi spostamenti, alla fine risulterà facile ed indolore. Mi è bastato presentare gli “e-ticket” col passaporto senza spiacciccare una parola. Rientro in hotel per le 12, e con Giuliano andiamo a pranzo al McDonald’s vicino al tempio Heaven (non commentate, perché non potete capire). Dopodiché, porto Giuliano in piazza Tianmen, etc etc (visto che lui ha saltato completamente il giro organizzato di ieri). Siamo costretti a comprare due poncho (gialli) perché pioviggina ed ovviamente siamo “in giro senza nulla”. Ceniamo in un posto scelto da Giuliano, nemmeno tanto economico: anatra (ancora) e Noodle. Riaccompagnato Giuliano in hotel e recuperato il mio zaino, vado in stazione ad incontrare la Vale (povera mi accompagna in questa seconda parte del mio viaggio in Cina). In questo preciso momento, mentre scrivo, siamo sul treno notturno per Datong, io sul terzo lettino in alto (talmente vicino al soffitto da faticare a girarmi). Ho fatto il “gentiluomo” come credo sia giusto da “forestiero”. Praticamente una signora mi ha chiesto (a suo modo… molto a gesti e poco in inglese) di poter far cambio col suo letto (in cima al “terzo” piano), in modo che la figlia dormisse al “primo” piano accanto a lei. Se posso una riflessione sulle dimensioni del letto: ”… per noi europei, mi sembrano un po’ troppo su misura, ma tant’è…”.
Martedì 22 Maggio 2018. Arrivati poco dopo le 6:00 di mattina, e sapendo la vicinanza dell’ostello alla stazione… facciamo colazione al McDonald’s proprio nella piazza di fronte alla stazione e al nostro “futuro” ostello. Saliamo, check-in, doccia veloce e ci troviamo in macchina con un altro ragazzo straniero (inglese, olandese, chissà, non era ben chiaro visto che era di pochissime parole) per andare a visitare “Hanging Temple” (letteralmente: “tempio sospeso”). Arrivati in loco, siamo “accolti” da un vento fortissimo e solo dopo aver compreso (ma in realtà non subito e non del tutto) il motivo di due biglietti con differenti costi per l’ingresso al sito, iniziamo la salita dei templi sospesi, affascinanti, spirituali, alti, colorati, trabalanti… Anche se sembrano, quasi, più pericolosi dal basso, oppure quando ti rendi conto che stai camminando su una serie di “mensole” di legno sostenute da lunghi e radi sostegni, anche essi di legno nemmeno troppo larghi, che fungono da colonne portanti. Il scricchiolio di cui ci avevano parlato non si sente ma sicuramente dovuto al vento implacabile e fortissimo che soffia senza sosta. Un pericolo, in più, forse per persone non asiatiche dal mio punto di vista è dato dalle balaustre un po’ basse (forse per noi “non” asiatici) ma è solo una mia idea. E da Cinesi che incuranti del buon senso (soprattutto in questa situazione) ti spingono, superano o semplicemente non si curano di te, come se non ci fossi. Dopo questo “avventuroso” giro sui templi, proviamo a verificare le indicazioni sulla salita appena fuori dal sito, ma il vento non perdona è ci porta quasi via, e decidiamo di rientrare a Datong. 80 Yuan per l’autista. Arrivati intorno alle 14:30, pranziamo in uno “zozzone” proprio a pochi metri dal parcheggio, anzi proprio nel parcheggio e con pochissimi Yuan mangiamo dei noodles e dei ravioli di vetro (chiamati così perché quasi trasparenti) e due birre. Foto con la proprietaria, come già successo in passato a Pechino, e via. Ci organizziamo ed andiamo a vedere il muro dei nove dragoni, con qualche difficoltà, perché scesi un paio di fermate dopo, perché la Vale sosteneva che la fermata più vicino “al muro” non l’avessimo superata, mentre in realtà l’abbiamo superata eccome. Dopotutto, entriamo (gratis) nel sito del “muro dei nove dragoni”. Muro, di 45 metri ed alto 8, con nove dragoni in basso rilievo di ceramica colorata. Fatto questo, facciamo il giro delle belle (se pur ricostruire) imponenti mura della città vecchia di Datong, con diverse torri di guardia ed un fossato d’acqua tutto intorno. Rientriamo per una doccia e poi a cena in uno “Shaokao” vicino all’ostello e stazione, mangiamo benissimo svariate prelibatezze cotte al barbecue come retaggio della cucina mussulmana. Dopodiché, proviamo e riusciremo dopo diversi tentativi andati in bianco, a recuperare in stazione i biglietti della Vale per le prossime due tratte. Crolliamo letteralmente appena toccato il letto.
Mercoledì 23 Maggio 2018. Dopo la colazione all’ostello Green Island-Datong: the, uova, toast con crema d’arachidi, etc ci accingiamo a prendere il bus 603 che farà capolinea alle grotte Yungang. Anche qui vento pazzesco che immediatamente mi porta via il capello – anche oggi va così – seguiamo il percorso che ci porterà sul tempio in mezzo ad un laghetto, in cui la mia barba e capelli lunghi mi faranno ancora essere una “celebrità” agli occhi di un minuto monaco, anzi due, con cui faremo diverse foto. Le grotte sono a dir poco spettacolari con questi grandi Buddha scolpiti nella roccia viva, a volte all’interno di vere proprie grotte e altre decorati con colori più o meno brillanti quasi perennemente intatti dopo tanto tempo. Uscendo dal parco, ci imbattiamo in un “mercatino all’aperto” dove comprerò un ulteriore souvenir “contrattando e scendendo” da 450 a 200 Yuan; e dove assaggieremo una particolare “wrapper” con al suo interno wurstel, verdure varie e forme gelatinose non ben specificate… buono, ma avendo ancora fame, ci fermiamo in un ristorante di fortuna in questo spazio adibito a mercato, per mangiare un panino con carne (Vale) e Datong dumpling, polpette di maiale il sottoscritto. Ritornati a Datong con lo stesso bus 603, ci congediamo un gelato e una coca cola nello stesso McDonald’s della mattina precedente (perché dovete sapere che la Vale va “pazza” per il gelato del Mc). Paghiamo le colazioni della mattina all’ostello (che la svegliona non ci aveva fatto pagare alla mattina) e andiamo verso la stazione per il treno delle 16:40 verso Pingyao. In questo caso, io e la Vale siamo sulla stessa carrozza, ma in due scomparti distanti io posto 11, Vale posto 15. Infatti, mentre scrivo sono sulla mia branda, ancora in alto appiccicato al soffitto, dopo essere stato da lei a chiacchierare e cenare con dei noodles piccanti con mille verdure, comprati dall’omino passato col carrellino sul treno per 20 Yuan.
Giovedì 24 Maggio 2018. Arriviamo poco dopo mezzanotte (poco prima di scendere dal treno mi viene a svegliare il controllore per dirmi che a breve arriviamo a Pingyao). Fuori dalla stazione, prendiamo un taxi per l’ostello – 30 Yuan – convinti che sia “legale” e non “abusivo”, ma non lo sapremo mai veramente. Ad ogni modo ci porta a destinazione e prendiamo possesso delle due singole, ma in realtà il letto è talmente largo che ci starebbero tranquillamente tre persone. Ci troviamo in mattinata per la colazione nel cortile/reception. La colazione “cinese” è inclusa, invece avendo preso una colazione “continentale” aggiungiamo altre 15 Yuan. Dopo, facciamo un bel giro nella città vecchia, – patrimonio culturale unesco – molto affascinante e caratteristico con le costruzioni in mattoni e strutture non più alte di uno/due piani. È famosa per le magnifiche mura che resistono da ben 600 anni a guerre ed agenti atmosferici. Bagliori e lampi di spade e lance, fiamme ed esplosioni di guerra, tutto è diventato storia. 130 Yuan di biglietto (sarebbe valido per tre giorni) per vedere una fra i migliori esempi di cinte murarie del Medioevo. Mangiamo dell’ottimo cibo in un ristorantino con tavoli nel cortile sul retro molto particolare e caratteristico, (immancabile foto con lo chef, che voleva offrirmi una sigaretta, ma ho palesemente rifiutato essendo uno sportivo). Dopo il tempio di Confucio, nostra ultima tappa in città, decidiamo con qualche “problemino”, ma nulla di grace, per il giro a piedi delle e sulle mura. Le mura sono munite di 76 torri d’osservazione (di cui 4 agli angoli) e oltre 3.000 merli. Dopo che la Vale ha chiesto se ci fossero altre discese, ma senza buon esito, andiamo spediti fino alla porta nord, che poi è la stessa da dove siamo venuti la mattina uscendo dall’ostello. Recuperiamo gli zaini, e ci facciamo portare in stazione, gratuitamente, dal proprietario dell’ostello. La proprietà, poco prima ci aveva domandato perché fossimo stati così poco tempo, in effetti ha ragione… Sì, a Pingyao sarebbe da rimanerci almeno due notti, almeno per fare le cose con calma e non di fretta, ma i giorni sono pochi e la Cina è enorme. Almeno vorrei vedere i luoghi che mi sono prefissato prima di partire. Alle 16:34, con qualche minuto di ritardo, prendiamo il treno 1485 che ci porterà a Huashan, ovviamente letto in alto. La Vale è nella carrozza accanto (io 12, lei 11). Il panorama che scrorre fuori dal treno è molto simile a quello di ieri, colline, cave di carbone più o meno grandi, villaggi adiacenti alle cave con strade “nero carbone”, a volte strette valli tra le colline dove passa questa linea ferroviaria (trafficata di convogli lunghissimi carichi o diretti in qualsiasi miniera della zona) affiancata da un fiume di medie dimensioni, e dove non è raro vedere contadini che lavorano la terra, senza nessun trattore o macchina. Mangiamo qualcosa (riso, pollo, verdure, etc come l’altra volta sul treno e prendiamo anche un po’ di frutta). Arriviamo con qualche minuto di ritardo sempre dopo mezzanotte, e prendiamo un taxi “regolare” che per 30 Yuan ci porta all’ostello. Ci sistemiamo ed andiamo subito a nanna, perché la proprietà ci ha consigliato mille cose/luoghi per la scalata del monte Hua Shan di domani. Non dico farle tutte, ma almeno una buona parte. Ci sarebbe il “sentiero più percoloso al mondo” sempre che sia aperto e praticabile.
Venerdì 25 Maggio 2018. Sveglia passate da pochissimo le sei, e comprato i guanti e dell’acqua, andiamo verso il bar per la “colazione salata” con i due “nuovi amici cinesi” che hanno dormito nella mia stanza. Partiamo per la scalata che si fa subito impegnativa per il suo notevole dislivello positivo, ma veniamo ripagati dalla calma, tranquillità, pace, serenità, natura, alberi, verde, oltre alla bellezza degli scorci che dopo ogni curva incontriamo. Anche qui, scalini scalini e ancora scalini – sembra che la Cina sia composta da scalini ed ancora scalini – questo il mio pensiero di oggi. Ogni tanto ci fermiamo, ed in uno dei primi risto-negozi compriamo un “bastone” a testa, per allievare la fatica della ascesa e come “ricordo”. Ad un certo punto, poco prima di incontrare i passaggi più complicati e difficili, dove gli scalini diventano scale vere e proprie; i corrimano sono catene in ferro; perdiamo di vista i due cinesi, poco male. Arrivati alla cima nord, pranziamo con lo stesso panino della colazione (“bao” è un panino farcito con gli ingredienti più diversi) ma sicuramente, almeno a parer mio, meno buono. Non lontano da questo punto di ristoro, mi permetto di prendere una medaglia a testa dove faccio incidere i nostri nomi e date come riconoscimento della fatica odierna. Mi sembrava una cosa “simpatica” e “bella”, anche se la parte più pericolosa era chiusa fino alla fine di maggio. Per arrivare salire fino a qui, ci abbiamo impiegato quasi cinque ore. Intorno alle 14, la Vale torna giù con la cabinovia, mentre io proseguo per la cima sud (la più alta) e la ovest… spettacolo puro e soddisfazione immensa, perché non so quanti scalini, corrimano in ferro, sentieri in mezzo a foreste e tratti complicati abbia affrontato, per raggiungere queste altre due cime. Per tornare a valle, prendo la cabinovia dalla cima ovest, 140 Yuan e un misto di paura e incanto per la trasparenza dei vetri che ti fanno notare l’altezza dei vari strapiombi, e poi la notevole lunghezza del percorso in cabinovia sono le costanti di questo tratto di discesa sicuramente più rapido e affascinante. Con qualche foto di rito con una ragazza cinese incuriosita come tutte e tutti da “noi” caucasici. Ad ogni modo, fare la discesa a piedi non era nei miei piani. Arrivato al capolinea della cabinovia, bus (altri 40 Yuan) con cintura rigorosamente allacciata e un bel po’ di tornarti per rientrare in ostello. Anedotto, ancora adesso non so come abbia fatto a farmi capire e far fermare il bus proprio davanti all’ostello, ma i fatti dicono questo. In ostello, lavatrice dei vestiti odierni, davvero conciati, e cena sguisita nel cortile interno adiacente. 40 spiedini di carne, “foglie” d’aglio, melanzana, pane e quattro birre (tre io, una Vale). Poco dopo le 22, sono già letto cotto, stanchissimo e pronto a recuperare un po’ di energie per il trasferimento a Xian di domani.
Sabato 26 Maggio 2018. Sono sveglio da un bel po’, almeno dalle 6, ho ritirato e spostato i vestiti, perché si è alzato un forte vento, e il mio compagno di stanza russa senza pausa. Adesso mentre scrivo, sono quasi le 8, mi alzerò dal letto, e sistemo al meglio i due zaini, perché ieri sera per cercare una camicia pulita ho messo tutto a soqquadro. Torniamo a fare colazione dove siamo stati ieri mattina prima della scalata, tra le altre cose i due cinesi della mia stanza non sono rientrati, avranno dormito su. Rientrando in ostello per gli zaini, il proprietario dice alla Vale, che secondo lui, è più comodo il pullman rispetto al treno per arrivare a Xi’an. Va bene, recupera i soldi del treno, e prendiamo il pullman a 38 Yuan a testa. Il viaggio dura circa un paio d’ore, causa pioggia e conseguente traffico appena entrati in città. Dalla stazione dei pullman, facciamo quel chilometro e poco più per arrivare all’ostello dei “7 saggi/7sages”. Il posto è davvero molto bello e curato, sembra un “residence di lusso di montagna” con archi ovunque e rivestimenti in pietra, ma anche un campeggio, visto le casupole qua e la (altre toilette, lavanderia, sala in comune etc), bello, bello. Lasciati i bagagli, prendiamo la metro, dopo qualche dicissitudine, ed arriviamo alla “Pagoda dell’oca Selvaggia”, e nemmeno il tempo di mettere fuori il piede dalla metro, che inizia lo spettacolo d’acqua e musica, sulla piazza nord di fronte alla pagoda. Passeggiando verso la piazza sud, qualche cinese ci chiede una foto con cartelli prestampati con messaggi a me ignari, credo alla Vale sicuramente molto meno rispetto al sottoscritto. Tant’è che le fanno anche un’intervista, chiedendole un pensiero personale sui mondiali in procinto di iniziare e sui quelli passati. Vabbè!!! Dopo aver compreso la direzione per tornare verso il centro, decidiamo di salire sulle mura antiche che circondano la città vecchia, e noleggiamo un tandem poco stabile, rosso ed a personale parere con la ruota anteriore sgonfia per percorrere tutte le mura della città vecchia. Tante foto e risate – puntualizzando che il tandem è stato noleggiato su insistenza della Vale, che voleva farlo da tempo, e comunque è davvero una particolarità che si può fare benissimo per una spesa minima per vedere la parte vecchia della città da un punto privilegiato e senza le “motorette” che ti “investono”, almeno qui – dopodiché scendiamo e ci spostiamo verso la pagoda della campana e successivamente quella del tamburo. Da qui entriamo nel quartiere mussulmano e mangiamo qualche prelibatezza da street food (spiedino di polpo; patate a spirale; patate a “gnocco”; beverone improponibile di datteri, mela/pera; gelato Thai), è una bolgia senza precedenti, luci, colori, profumi, entusiasmo, vivacità, conditi con le immancabili “motorette elettriche”, bici e quant altro che ti suonano incessantemente. Ad una certa ora. prendiamo il bus 4, e rientriamo in ostello, stanchi ma soddisfatti di questa prima giornata a Xi’an.
Domenica 27 Maggio 2018. Io mi sveglio abbastanza presto, nemmeno le 7 sono in piedi, lascio dormire la Vale fino a quasi alle 9, mentre sistemo al meglio lo zaino. Facciamo colazione in ostello (io: colazione cinese con ravioli in brodo di alghe, coriandolo e gamberetti piccoli piccoli e succo d’arancia caldo; Vale: colazione internazionale con omelette ripiena di prosciutto e insalata, toast burro e marmellata, bacon con cappuccio). Finita la nostra colazione, incontriamo le due ragazze già viste a Pingyao (spagnola e italiana – la Vale farà un po’ più di due chiacchiere). Ci dirigiamo alla stazione dei treni, perché lì davanti dovremmo prendere il bus 306 per l’esercito di terracotta… Pur non essendo stato così semplice, alla fine riusciamo a prenderlo. In un bus ci hanno anche rimbalzato, vai a capire il motivo. 150 Yuan a testa per entrare e visitare il sito dell’esercito di terracotta. Il padiglione 1 è sicuramente quello più affascinante e dove si vedono meglio ogni “soldato”, ogni cavallo, ogni cosa. La strordinarietà è che ognuno è diverso dall’altro, vuoi per il viso, armatura, un particolare… I cavalli, i soldati, appaiono a tua disposizione o in parata davanti ai tuoi occhi… Impressionante!! Notevole lo spazio che occupano e la quantità di “pezzi” più o meno conservati. Qui capisci quanto è numeroso e ampio questo esercito. Sempre in questo padiglione, si comprendono le tecniche e la fatica che ogni giorno bisogna fare per il restauro e conservazione. Padiglione 2 e 3 sono quelli dove comprendi come erano al momento della scoperta, sotto cumuli e cumuli di terra. Infatti qui sono più o meno al riparo dai nostri occhi curiosi. Bel giro e da lasciare senza fiato. Mangiamo qualcosa dentro il sito e poi riprendiamo il bus 306 per tornare in Xi’an. Dall’ostello per 25 Yuan a testa, prendiamo la navetta per l’areoporto, perché siamo diretti a Zhangjiajie. Sono piacevolmente sorpresso quando la compagnia (low cost) Sichuan Airlines per un viaggio di poco più di un’ora ti porta acqua e snack vari. Prendiamo il taxi (50 Yuan) ma arrivati in zona del pernotto, il tassista chiede alla Vale di chiamare per suo conto l’ostello per conferma dell’indirizzo. Nemmeno il tempo di chiudere la conversazione e si avvicina il proprietario da una via secondaria. In pratica ci è venuto incontro. Per domani, ci accordiamo per la visita a Tianmen Mountain a 240 Yuan a testa, invece che 260.
Lunedì 28 Maggio 2018. Per le otto di mattina siamo giù nella reception, ci consigliano dei posticini qui vicino per fare colazione, dandoci un orario di massima per accompagnarci all’ingresso del monte Tianmen. Ci accompagna lo stesso proprietario, che ci prenderà i biglietti senza fare fila e indicandoci il bus da prendere. Già questo primo bus è guidato da uno spericolato, e non immaginate il secondo che deve seguire i 99 tornanti che portano ai piedi della scalinata della “grotta” di Tianmen. Ci si arriva attraverso una lunga scalinata regolare di oltre 800 scalini, dove in cima appare questa enorme “grotta” scavata dall’erosione naturale e dal cedimento della stessa, per una larghezza di quasi 30 metri, profondità 60 ed alta oltre i 100. Dai piedi della scalinata, questa ti appare come se aldilà ci fosse uno strapiombo o la fine del tuo mondo conosciuto. Impressionante!! Dopodiché ci accingiamo ad affrontare la montagna e suoi sentieri più o meno “strani”. Qui infatti ci sono passaggi su “passerelle” di vetro dove puoi vedere (se ne hai il coraggio) lo strapiombo aldisotto. Sinceramente pensavo fosse più traumatizzante ma in realtà mettono più “fifa” alcuni passaggi con il solo corrimano di cemento che ha “sembianze di ramo”. Oppure il ponte sospeso e il “trampolino di vetro” nel vuoto, o anche la cabinovia di quasi mezz’ora – soprattutto se fatta con tre cinesi ubriachi che di stare fermi non se ne parlava proprio – il “vuoto” al di sotto, soprattutto nei primi tratti di discesa dal monte con la cabinovia, erano allucinanti. A valle, ma soprattutto a terra, riesco a prelevare dopo svariati tentativi per trovare una banca o un semplice sportello. Rientrati in ostello, Vale si trattiene a fare un po’ di salotto con la proprietaria prima di andare in areoporto a prendere il volo per Shanghai. Invece di 600 Yuan come chiedevano, lascio 640 Yuan per la disponibilità, i biglietti, l’ostello, e il passaggio in aeroporto tramite un loro conoscente, visto che marito e moglie proprietari dell’ostello non hanno la macchina. Mega cena (per le tante cose ordinate) che la Vale voleva farmi assaggiare, per poi rientrare in ostello prima delle nove, dove l’autista “amico degli oste” ci porta in aeroporto per 30 Yuan, contro i 50 dell’andata. Tempo di salire a bordo dell’areo, ed io personalmente mi metto a dormire, svegliandomi nell’immediato arrivo a Shanghai.
Martedì 29 Maggio 2019. Con un amico della Vale, prendiamo un taxi che ci porterà per 240 Yuan all’ostello, arrivando quando sono ormai le 2:30 di mattina. Qualche ora dopo, esco dal dormitorio dove ho preso un letto, e conosco Marco di Bologna e la sua compagna Claudia. Ho conosciuto Marco sentendolo imprecare per accendere la tv, voleva vedere la NBA. Risolviamo il problema tv, e poi andiamo a fare colazione da Starbucks qui vicino all’ostello. Ritorniamo, perché loro sono in partenza per Pechino, faranno due notti lì, per poi fare rientro in Italia dopo un mese di viaggio. In tarda mattinata, prendiamo la metro e dopo due fermate, io e la Vale scendiamo per andare nella “concessione francese”. Ci fermiamo in un ristorantino tibetano e poi altro giro per acquistare (assurdità incluse) un “vestito/completo cinese”. Probabilmente se avessi lasciato “fare” alla commessa, come dice la Vale, mi avrebbe combinato anche un matrimonio. Birretta in un pub tedesco nella zona un po’ “chic” non lontano da qui e poi rientriamo in ostello in modo che la Vale possa prendere possesso della stanza. Rimarrà un’altra notte. Tempo tecnico e siamo a cena in un locale musulmano a pochi passi dall’ostello (che poi è lo stesso che mi aveva mostrato Marco andando a far colazione questa mattina). Una bella sorpresa, cibo ottimo, compreso il “brodo al retrogusto di zenzero “. Da qui, in qualche modo non del tutto chiaro arriviamo alla terrazza di fronte al Bund. Atmosfera magica e suggestiva, soprattutto per le luci spettacolari in continuo susseguirsi: rosa, arancione, verde, azzurro della Pearl Tower e le pubblicità sui palazzi (che di fatto, oramai sono enormi monitor) che si riflettono sul fiume Huangpu.
Mercoledì 30 Maggio 2018. Sono sveglio già dalle 6 che guardo il soffitto o meglio la parte bassa del letto sopra (dormendo nel letto in basso di un letto a castello). Intorno alle 7:30, arriva in stanza un signore occidentale, mi sveglio completamente, e dopo le 8:30 vado in terrazza a fare il bucato. Questa mattina con la Vale facciamo colazione da Starbucks e successivamente lei farà checkout. Con qualche difficoltà, raggiungiamo la metro, che ci porterà allo studio di tattoo. In una mezz’oretta, il tattoo della scritta cinese: “Maratona Grande Muraglia” è ben che fatto. Lo studio è molto bello è pulito, infatti sembrebbe per molti aspetti il migliore della Cina. Non senza difficoltà (anche stavolta) arriviamo a Nijang Road, da People Square, che alla Vale ricorda Manhattan. Per me che ci sono stato già tre volte sinceramente non è proprio così. Pranziamo qui in zona con dumpling carne e verdura cotti alla piastra, tipici della Sud Cina… Mentre nel tardo pomeriggio, raggiungiamo il Bund con 2 Yuan di traghetto. Qui le strade sono più ampie, pulite e ordinate (ricordano certe strade di grandi città europee) ci sono marchi di lusso ad ostentare lusso e denaro. Difatti è la sede della Borsa, ma il cielo, ahimè, rimane grigio e cupo come se dovesse piovere da un momento all’altro, ma in realtà è il classico “grigio cielo” di Shanghai… peccato! Rientriamo in ostello con metro e bus, in modo che la Vale possa rifare per la terza volta check-in… mah!!! Torniamo quando ormai sono quasi le dieci di sera e terminato il Ramadan – insieme all’amico musulmano – dove siamo stati ieri sera per via, ma sinceramente ho apprezzato di più il piatto di ieri che questo di stasera. Poco male, anche oggi la giornata è finita, e dopo qualche grappolo d’uva, vado a nanna… Domani sarà l’ultimo giorno e notte su suolo Cinese, poi la mattina del primo Giugno tornerò in Italia.
Giovedì 31 Maggio 2018. Poco prima delle sette, un cinese e l’europeo sopra di me nel letto a castello, senza ovviamente capirsi, stanno “litigando” perché c’è chi vorrebbe dormire come tutti, ma il cinese continua ad alzarsi ed accende la ventola/luce del bagno in fondo al dormitorio. Comunque, questa ventola un bel po’ di rumore lo fa… Vai a capirli questi cinesi. Io ormai sono sveglio e mi guardo in giro, gioco un po’ col telefono, mentre il signore europeo poco tempo dopo lo vedo andare via, forse non riuscendo a dormire preferisce ottimizzare il tempo per qualche visita o chissà che altro (ripensandoci non è una brutta idea). Intorno alle dieci, sicuro di me, esco e vado a fare colazione da Starbucks ed altre commissioni, come: acquistare un paio di calze (nel caso quelle lavate ieri non fossero asciutte, più che altro per il viaggio di ritorno in Italia di domani); magari andare al gabinetto che sicuramente è più “pulito e igienico” di quello in camera, e altre cosine (qualcosa mi verrà in mente). Ormai passate le undici con la Vale optiamo per un giro, visto la pioggia di questa mattina, nel “fake market” nella metro di Shanghai Science & Technology Museum, qualche acquisto e ci spostiamo a Yuyuan Garden, dove sorge un tempio e diverse pagode circondato da un fiumicciatolo con carpe koi. Luogo molto grazioso e pittoresco, oltre ad essere più pulito della media cinese. Una bella sorpresa. Dopo, ci dirigiamo nella concessione francese, perché ho in mente un paio di “souvenier” per i miei, ritornando dalla ragazza che due giorni prima mi avrebbe tranquillamente venduto tutto e di più. A Tianzifang cerchiamo un bar per bere qualcosa insieme prima di lasciarci. Io domani devo rientrare a casa. La pacchia è finita anche questa volta. Le lascio i miei ultimi 1000 Yuan per il “disturbo” e la “pazienza” di questi giorni, ci salutiamo davanti all’ingresso della metro. Convinto di arrivare al Bund camminando, mi rendo conto quasi subito che non sarà così e prendo la metro. Al cambio linea, mi fermo al McDonald’s per un pasto fugace e successivamente scendere a East Nanjing, in modo da percorrere il lungo corso, più o meno pedonale, che termina alla terrazza del Bund. Perdo qualche ora qui approfittando del cielo sereno e della poca foschia/cappa inquinata solita di Shanghai, tanto che che si vede la luna. Da qui decido di tornare in ostello a piedi, percorrendo tutta la terrazza che costeggia il fiume, svoltando solo all’ultimo appena mi rendo conto di essere sulla Plengai Road (ostello). Cammino in vie circondate da grattacieli, come anche vie senza luce in strada, buie e oscure, dove sono quasi costretto ad accendere la “torcia” del cellulare, casupole di fortuna, bische improvvisate, ristori che dire alla buona sarebbe un eufemismo, ma il quartiere al di là dell’ostello è così, ne avevo avuto la prova già il primo giorno. Dovevo ricordarmelo. Faccio al meglio che posso lo zaino e questa avventura si va a concludere, ho puntanto la sveglia alle 6:30, per essere sicuro di poter fare tutte le cose con calma e senza correre per prendere il volo. Ho guardato il percorso dall’ostello all’areoporto. Prenderò il Maglev, treno a sospensione magnetica che raggiunge i 300 kmh, per l’ultimo tratto fino al terminal. Altra “particolarità” della Cina e di questa mia seconda avventura in Oriente.

